Mentre l'Inghilterra dorme

16/05/2007

Che Forster sia uno degli scrittori preferiti di David Leavitt, scrittore americano dalla sensibilità europea, non v’è alcun dubbio. Leavitt lo dimostra citandolo a piene mani in “L’autore dei saggi di fine trimestre”, primo racconto della raccolta “Arkansas”. Lo dimostra anche nella vita, scegliendo di andare a vivere in Toscana, in quei luoghi che all’inglese Forster apparivano come scenario di passione, combinando la dolcezza di un paesaggio simile al suo alla sensualità del Sud. Non è dunque un caso che sia Forster che Leavitt siano autori di alcuni tra i romanzi d’amore più belli e toccanti. Amore omosessuale, s’intende. Occultato in Forster che, dopo aver tratteggiato indovinatissime figure femminili come la giovinetta di “Camera con vista”, tenne nel cassetto il suo capolavoro, “Maurice”, pubblicato postumo e portato sullo schermo da Ivory (raro caso di film fedele al libro d’origine). Lo stesso Maurice nasconde a sé e al mondo i propri desideri omosessuali travestendoli d’amicizia e simbiosi di anime, finché si libera di anni di segreti tormenti scoprendo l’amore completo con un giovane guardiacaccia, mentre l’amato compagno di college se ne va inghiottito da una finta vita normale con moglie e politica. Ostentato è invece in Leavitt, ma anche il dramma di Philip, il protagonista di “La lingua perduta delle gru”,  è quello di non saper rivelare ai genitori la propria omosessualità, così come suo padre Owen si sente schiacciato dal peso della propria mai riconosciuta. E anche il Brian del bellissimo “Mentre l’Inghilterra dorme” provoca la rovina del proprio amante nel vano tentativo di “mettersi sulla retta strada”. Quello che è meraviglioso in “Mentre l’Inghilterra dorme”  è il senso della colpa, di amore e morte che ha commosso chiunque abbia letto il libro. “Dato che l’umana capacità di soffrire è limitata, scopri che non puoi infliggere a te stesso il dolore che infliggi al tuo prossimo. Così rifuggi da chi ti causa angoscia, ti trasferisci altrove, e in quella nuova situazione cerchi di convincerti che i vecchi luoghi non esistono più; che la distanza oblitera la storia; che il ragazzo morto per causa tua era solo frutto della tua immaginazione e perciò non è mai morto (...) E se hai amato questo ragazzo, se se colui che gli è sopravvissuto oltre che il suo assassino, sarai costretto a sacrificare il ricordo di quell’affetto. Seppellire il dolore per sopportare la colpa. Come ho fatto io, a Los Angeles, per 31 anni”.

Ciò che è struggente, in Forster come in Leavitt, è il senso della perdita, del distacco che la dimenticanza, invece di attutire, rende più irrimediabile. Dopo che Clive scrive a Maurice “contro la mia volontà sono diventato normale”, sulla loro storia d’amore cala una sorta di nebbia. “Quando l’amore ha preso il volo non lo si ricorda più come amore ma come qualcos’altro. Beati gli incolti che lo scordano totalmente e non hanno mai conoscenza di follie o di prurigini passate, o di lunghe, gratuite conversazioni”. Allo stesso modo Philip viene travolto dall’improvviso abbandono di Eliot, gli grida la sua disperazione, ma poi interviene il tempo. “Ormai, quando Philip visualizzava quei giorni e quelle notti insieme, le scene avevano qualcosa di verdastro, di irreale, come un vecchio film che è rimasto troppo a lungo in una scatola. Il ricordo stava svanendo”. E’ quello che diceva anche Flaubert : “Tutto finisce, tutto passa, l’acqua scorre e il cuore dimentica”. E tutto ciò non è tristemente ed ugualmente vero, che si racconti di due uomini o dell’amore tra uomo e donna?

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Gabriella Aguzzi