La leggenda del Mago e del Paròn

04/08/2013

Non potevano essere più diversi, contrapposti prima dai loro stessi gusti, caratteri e abitudini che dai media. L'uno, Helenio Herrera, argentino apolide, colto, elegante, blasonato, ascetico (fuorché in fatto di donne: tre mogli, sette figli, innumerevoli amanti), scientifico e pignolo nell'affrontare la sua professione (era inseparabile dalla lavagna tattica che gli altri gli hanno poi copiato), beneducato (dava ai suoi giocatori del “lei”), capace di vendersi al meglio. L'altro, Nereo Rocco (di nascita Roch), triestino verace, alla mano, ruvido, diretto nel parlare (dava ai suoi giocatori del “mona”), bottegaio radicato alla sua terra e poco attento ai soldi e all'immagine o agli schemi di gioco, fedele in amore ma smodato nel resto, soprattutto nella crapula (leggendarie le sue cene fino all'alba abbondantemente innaffiate di barbera). Accomunati da una circostanza: negli anni '60 hanno allenato le due squadre di Milano e le hanno portate sul tetto del mondo.
Erano gli anni del boom economico, quando la città cominciava a vestirsi di grattacieli e ad attirare folle di immigrati dal sud. Oggi che piangiamo per la crisi viviamo molto più nel lusso che allora, ma quel primo benessere era pieno di speranza. E nella città si accendevano i dualismi: Celentano o Jannacci, Walter Chiari o Gino Bramieri, Renata Tebaldi o Maria Callas, Motta o Alemagna, Milan o Inter. Quest'ultima rivalità divenne emblematica quando sulle rispettive panchine vennero a sedersi Rocco ed Herrera. Il primo giunge al Milan dopo aver allenato Triestina, Treviso, Padova, il secondo approda all'Inter dopo una carriera internazionale coronata di successi con l'Atletico Madrid e il Barcelona: entrambi porteranno alle proprie squadre scudetti e Coppe dei Campioni e una contrapposizione di “fede” e di modo di fare (gli interisti bauscia e i milanisti caciavit) che solo quella con la Juventus, anni dopo, riuscirà  a scalfire.
Quegli anni, nei club calcistici e nella Milano che comincia a diventare europea, sono rievocati, fino all' 8 settembre, da una mostra a Palazzo Reale, curata da Gigi Garanzini, che ricostruisce, con fotografie, filmati, oggetti d'epoca, l'atmosfera e la storia della città e le personalità dei due allenatori-mito. Un autentico memoriale per tifosi, milanesi e curiosi.

Aperta tutti i giorni. Per orari e prezzi: www.mostramilaninter63.it . Per prenotazione biglietti (anche gruppi e scuole) info line 02 92800375

Elena Aguzzi