Preraffaelliti, l’utopia della bellezza
27/05/2014

“Le sue vesti aprendosele intorno la sostennero per qualche tempo sulle acque come una sirena, e allora ella cominciò a cantare squarci di antiche canzoni (...), ma in breve le sue vesti inzuppate dall’onda interruppero il canto melodioso e trascinarono l’infelice in fondo alle acque”. Così Shakespeare descrive la morte di Ophelia e così la dipinge John Everett Millais, con le sue “ghirlande di ranuncoli, di ortiche, di margherite e di quei lunghi fiori che chiamano le dita dei morti”. La ritrae nella dolcezza fredda della morte, le labbra socchiuse, i capelli sparsi sulle acque.
Il celeberrimo dipinto, per cui la modella Elizabeth Siddall, poi moglie di Dante Gabriel Rossetti e lei stessa pittrice, posò restando mesi immersa in una vasca, apre la splendida Mostra, a Palazzo Chiablese di Torino fino al 13 luglio, dedicata ai Preraffaelliti che riunisce settanta capolavori provenienti dalla Tate Gallery di Londra e divisi per tematiche. La prima sala, in cui si può ammirare l’Ophelia di Millais, è dedicata appunto all’incontro tra i Preraffaelliti e la Letteratura, punto focale di questo movimento pittorico che si oppone ai modelli accademici dell’epoca vittoriana e omaggia l’arte rinascimentale italiana precedente Raffaello, come dichiara il nome stesso, rievocando un passato nostalgico.

Motivi cari all’arte preraffaellita sono tutti i temi letterari, dal dramma alla poesia, e lo stesso Dante Gabriel Rossetti, tra i fondatori e principali esponenti della corrente preraffaellita, prese il nome di Dante in omaggio all’Alighieri. Figlio di un critico letterario italiano, trasse da Dante ispirazione per molti suoi quadri, come vedremo più avanti nella sezione della Mostra apertamente dedicata alla Poesia, dove è esposto anche il Sogno di Dante alla Morte di Beatrice. Ma i motivi più ricorrenti sono quelli shakespeariani. Accanto all’Ophelia ecco infatti Lear e Cordelia di Ford Madox Brown e Claudio e Isabella di William Hunt, ispirato a Misura per Misura, in cui contrastano la purezza luminosa di lei e la figura ombrosa di lui. Sempre nella sezione dedicata alla letteratura spiccano il dipinto di Henry Wallis (staccatosi in seguito dalla corrente per dedicarsi ad una pittura improntata al realismo sociale) che ritrae il suicidio di Chatterton, con abbondanza di dettagli simbolici, dove ancora la morte è raffigurata in tutto il suo alone romantico, e La Bella Isotta di William Morris che utilizzò la propria moglie come modella.

Si passa quindi alla sezione dedicata ai temi religiosi. Sia nell’opera giovanile di John Everett Millais “Cristo in casa dei genitori” sia nel “Gesù lava i piedi a Pietro” di Ford Madox Ford risalta quel realismo di ambientazione che tanto scandalizzò Dickens e la critica dell’epoca. Il primo quadro rappresenta la vera bottega di un falegname, con dettagli sull’umiltà del lavoro, nel secondo si mostra un Cristo affaticato. Nella bellissima Annunciazione di Dante Gabriel Rossetti (Ecce Ancilla Domini!), in cui l’artista usa il fratello e la sorella come modelli, Maria è ritratta nella sua intimità domestica, pallida e timidamente ritrosa.
Le sezioni seguenti sono dedicate al rapporto tra i Preraffaelliti e il Paesaggio (spicca la Baia di Pegwell di William Dyce che raffigura la spiaggia del Kent nei colori lividi dell’inverno) e alla Vita Moderna. “Ricordi del Passato” di John Roddam Spencer Stanhope raffigura nell’accensione dei colori la desolazione di una prostituta (anche qui il quadro è carico di simboli) su uno squarcio del Tamigi che richiama il pensiero del suicidio. Sul volto della donna la consapevolezza di una vita sprecata.
Chiude mirabilmente la sezione della Poesia il celebre Beata Beatrix, trasfigurazione che Dante Gabriel Rossetti fa della moglie morte suicida (la colomba rossa allude al laudano) in un misto di languore sensuale e spiritualità.

Infine la Bellezza femminile viene indagata secondo i canoni preraffaelliti. Se da un lato Dante Gabriel Rossetti raffigurava Lizzy, la propria moglie e modella, in atteggiamento di grande dolcezza, dall’altro la bellezza femminile è esaltata nella sensualità cromatica. I capelli, quasi sempre rossi, caratteristici della donna vampiro, contornano una bellezza che annienta gli uomini, come in "Monna Vanna". La corvina "Proserpina" si fa simbolo della commistione tra bellezza e morte; in questo quadro l’artista ritrasse la modella e moglie di William Morris, alla quale dedicò numerosi sonetti.
Chiude la Mostra la sezione dedicata al Simbolismo, fase tarda del Preraffaellismo di cui fu massimo rappresentante Edward Burne-Jones. Tutti suoi, infatti, i dipinti esposti nell’ultima sala.
Preraffaelliti, l’utopia della bellezza
Torino, Polo Reale, Palazzo Chiablese, Piazzetta Reale
Dal 19 aprile al 13 luglio
Orari: lunedì 14.30/19.30 martedì, mercoledì e domenica 9.30/19.30 giovedì, venerdì e sabato 9.30/22.30
Ingresso 13 euro audioguida inclusa
Gabriella Aguzzi