Chagall, il pittore in volo

04/10/2014

Figure fluttuanti si librano in volo. Sono gli innamorati felici, l’ebreo errante che vaga sopra una Vitebsk innevata, così come su Vitebsk naviga un gigantesco nudo femminile, sono le tante figure di animali simboli del mondo ebraico, immagini aeree, leggere che scivolano nei colori. Ma dalla leggerezza felice dei primi dipinti si procede gradualmente in un’atmosfera greve e l’ebbrezza del colore si tramuta in un’intensità tragica. Mutamenti che si possono cogliere nella grande Mostra “Marc Chagall – Una retrospettiva 1908- 19985”. Palazzo Reale di Milano ospita infatti la più grande mostra mai dedicata in Italia all’artista nei ultimi 50 anni, una monumentale retrospettiva che in un percorso di 220 opere, provenienti dai più grandi musei del mondo come da collezioni private e disposte in un ordine rigorosamente cronologico che segue la vita di Chagall, ne illustra l’evoluzione artistica così come il ricorrere, quasi ossessivo, dei temi cari alla sua pittura. Il volo, gli innamorati, la città natale, la simbologia ebraica, i fiori, le spose e quella ripartizione dei quadri in fasce, ponendo al di sopra di scorci di città un fluttuare carico di visioni e di simboli.
Un pittore che sperimentò i linguaggi di tutte le avanguardie rimanendo sempre coerente a se stesso e che pur vivendo in perenne esilio non smarrì la capacità di stupirsi davanti all’incanto della natura. Nella sua originalissima lingua poetica Chagall riuscì a fondere le tre culture a cui apparteneva, quella ebraica, quella russa e quella occidentale.

Si inizia con il Periodo Russo e l’arrivo a Parigi, momenti caratterizzati, oltre che da una forte attenzione al colore, da un impianto spaziale che prende dal cubismo pur mantenendo una costruzione classica. Tra questi spicca La Nascita, del 1911. Dopo il ritorno in Russia, che lascerà presto definitivamente per l’esilio, Chagall si stabilisce nuovamente a Parigi (“E’ forse possibile immaginarsi un mondo senza Parigi?” dirà in seguito) pur continuando a rappresentare il mondo ebraico e la sua  Vitebsk.
Di questo periodo si può ammirare Il Compleanno, capolavoro che ci giunge dal Museum of Modern Art di New York, così come La Passeggiata, che fa da immagine al manifesto della Mostra. In entrambi i quadri si coglie la leggerezza dell’essere, quella voglia di volare e sfidare la gravità che è propria degli innamorati, l’ebbrezza delle figure aeree in un contrasto di colori forti e lievi. Sono gli anni dell’amore per Bella. Gli anni in cui Chagall illustra anche le favole di La Fontaine, a cui la Mostra dedica un’intera sala.

Se nel Nudo sopra Vitebsk colpiva il contrasto tra un nudo classico e il paesaggio realistico sottostante, nei quadri di Chagall predomina la prospettiva distorta delle città. Elementi cristiani ed ebraici si fondono in una simbologia di pace, come in La Madonna del Villaggio, dove risaltano l’aspetto fluttuante e la simbologia proveniente da diverse culture, o in La Caduta dell’Angelo, dipinto inizialmente nel 23, proseguito nel 33 e ritoccato poi nel 47, mentre in La Mucca con l’Ombrello si uniscono ad elementi della tradizione carnevalesca messicana.
In Resurrezione in riva al fiume la natale Vitebsk vibra nel rosso dell’incendio. Chagall ha subìto il secondo esilio in America, dove è stato colpito anche dalla tragedia della morte dell’amatissima Bella, ha assistito agli orrori del Nazismo. Non c’è più il pittore delle favole e della leggerezza, i suoi quadri si sono caricati di dramma.

Al rientro dall’esilio le figure che hanno accompagnato la sua pittura assumono forme mitologiche. I Mostri di Notre Dame guardano la città immersa nella notte sotto il volo silenzioso degli amanti, in Parigi tra le Due Rive si fondono nel blu intenso la tristezza della perdita e la dolcezza del ricordo e il bianco della sposa contrasta col verde acceso del mostro, mentre dall’alto Bella contempla come una dea protettrice.
Chagall ha fatto ritorno in Francia e si è stabilito in Costa Azzurra. In La Coppia sopra Saint Paul  (1968) non c’è più struttura geometrica e le figure degli amanti sono ormai presenze aeree che si levano dal rosso sottostante.
La Mostra si chiude con il Don Chisciotte del 74, non visto come vano combattente dell’impossibile, ma celebrato nel suo coraggio di sognatore.

Informazioni e prenotazioni: www.mostrachagall.it

Gabriella Aguzzi