Escher, tra geometria e sogno

10/07/2015

Sono gli ultimi dieci giorni, per chi ancora non avesse colto questa splendida occasione, per visitare a Bologna a Palazzo Albergati la Mostra antologica “Escher” e ammirare il genio del grafico e incisore olandese e il suo universo visionario di fantasie geometriche. Un percorso di 150 opere per raccontare l’artista che ha saputo manipolare le regole dello spazio forzando le leggi della natura e della fisica fino alla costruzione di un universo fantastico a cavallo tra geometrie e sogno, mondi reali e mondi riflessi.
Quello di Escher è uno sguardo che sa cogliere la realtà del reticolo geometrico dietro le cose per trasfigurarla nella spinta verso il meraviglioso e l’inconsueto, come ben dimostra il capolavoro Metamorfosi, la xilografia più lunga mai realizzata, dove la torre di Atrani si trasforma nella torre degli scacchi e quindi nella scacchiera per tornare al reticolato iniziale.
Prodotta da Arthemisia Group e, in collaborazione con la Fondazione Escher, grazie ai prestiti provenienti dalla Collezione Federico Giudiceandrea, curata da Marco Bussagli, la Mostra dedica ampio spazio al rapporto tra Escher e l’Italia e al fascino che su di lui esercitò il paesaggio italiano.  Il percorso segue infatti lo sguardo di Escher che si posava con meraviglia tanto sulle piccole cose quanto sulle bellezze del nostro paesaggio, i paesini arroccati, i declivi. In Italia, a Ravello, conosce la moglie e in Italia si trasferisce, prima a Frascati e poi a Roma, dove vive una tranquilla esistenza borghese fino al ’37, quando la lascia per il Belgio e sempre in Italia, nel ’32, concepisce la serie Emblemata.
Ma l’itinerario, che termina con la sua ultima incisione, Snakes, si allarga anche ad illustrare come il percorso creativo di Maurits Cornelis Escher incroci i modelli di riferimento dell’Art Nouveau con la passione per gli ornati geometrici incontrati nella Mesquita di Cordova e nell’Alhambra, fondendo il gusto liberty all’arte moresca.
Lo studio degli oggetti impossibili è mostrato in una magnifica sequenza di opere dove gli elementi diventano concavi o convessi secondo il percorso visivo dell’osservatore, giochi di scale si inseguono in geometrie magiche e il quadro nel quadro si risolve nel vortice di una torsione senza soluzione finale. L’opera di Escher è infatti incentrata sulla compenetrazione di mondi simultanei e il continuo passaggio tra oggetti tridimensionali e bidimensionali. 
L’ultima sala è dedicata è dedicata agli omaggi ad Escher che Cinema, Musica e Fumetto hanno realizzato, dalla copertina dei Pink Floyd alle strisce di Topolino e Martin Mystère, alle scenografie di Labyrinth. Noi vi aggiungeremmo anche quelle di Harry Potter e Inception.

Gabriella Aguzzi