La Milano di Carlo Orsi

10/09/2015

Cinquant’anni fa un giovane fotografo, Carlo Orsi, catturava il ritratto di Milano in un libro. Sulla copertina un “Ghisa” e a presentare le immagini gli scritti del grande Dino Buzzati. Cinquant’anni dopo, a proseguire il discorso di quel libro ormai rarissimo e dal valore inestimabile, Carlo Orsi fotografa nuovamente Milano, una Milano diversa, cambiata nel tempo, eppur sempre bella, sempre profondamente amata, contraddittoria,  segreta, colma di contrasti, sorprendente.
La sfida è fotografarla oggi come allora, confrontarla nel tempo, riproporre il volume nella stessa veste grafica. Edito da Skira e ancora, come nel 1965, impaginato da Iliprandi, il libro esce nella seconda edizione portando semplicemente il titolo, Milano, e la data 2015, e il nome di quello stesso fotografo, Carlo Orsi, che immortala la sua città come è oggi sotto i suoi occhi. In copertina svetta la Torre Unicredit, simbolo di questa Milano nuova che punta verso il cielo. Purtroppo Buzzati non c’è più. Chissà quanto avrebbe scritto, quante visioni surreali avrebbe suggerito questa Milano che cambia freneticamente volto a lui che, con ironia, dipingeva il Duomo sotto le diverse luci del giorno con la piazza dominata dalla sagoma di un “grosso cane”.  A scrivere di Milano nella nuova edizione del libro ora è Aldo Nove, commosso al pensiero del compito che gli è stato affidato. “E’ stata una cosa magica e sconvolgente – dice – Buzzati è uno dei primi autori che ho amato nella mia gioventù ed era sconvolgente sostituirlo. Quel libro non era il confronto tra un fotografo e un poeta, ma un progetto di poesia interpretando una realtà ricca, contraddittoria e multiforme come Milano. La Milano di allora era un agglomerato di differenti piccole realtà, quella di oggi tende a diventare una sorta di periferia infinita.  E’ interessante vedere come un libro possa ripetersi in un contesto totalmente diverso, è una sfida al tempo e a se stessi. Sono curioso di sapere come sarà la prossima edizione tra altri cinquant’anni. Chissà come sarà questa Milano allora...”

Fotografando sempre su pellicola e armato sempre della stessa Laika, Carlo Orsi ripercorre Milano. Fatica a ritrovare la positività che la percorreva in quegli anni, ma non vuole coglierne solo gli aspetti negativi. Piuttosto ne ricerca gli angoli misteriosi che sfuggono all’occhio dei più, quei vecchi punti rimasti all’ombra dei nuovi grattacieli. Manca anche Giulia Pirelli che aveva firmato il primo libro con lui. “E le foto di Giulia Pirelli erano le più poetiche – vuole precisare – Era lei che fotografava i cortili, le fontanelle, la Milano più nascosta”.
Al nuovissimo Unicredit Pavillon, un altro esempio della Milano che si presenta nella sua nuova, smagliante, veste architettonica, è stato presentato il libro la scorsa settimana ed anche in questo weekend sono esposte al pubblico alcune tra le fotografie più belle. Una Milano che per molti versi è ancora da scoprire anche per chi la vive da sempre, perché ci sarà sempre quel piccolo dettaglio meraviglioso che sfugge all’occhio distratto. Carlo Orsi fotografa il vecchio e il nuovo, nostalgia e speranza, miseria e meraviglia. Fotografa i personaggi che hanno fatto grande Milano, artisti ed amici. Fotografa l’espansione dei nuovi quartieri, i pomeriggi domenicali. La insegue nel corso degli anni, là dove sfoglia con frenesia nuove pagine e là dove resta immutata.

Gabriella Aguzzi