Ottocento in Collezione
19/12/2018

Mezzo Secolo di pittura italiana in tutti i suoi aspetti e correnti, 80 quadri, tutti provenienti da collezioni private, che la bella Mostra al Castello Sforzesco Visconteo di Novara organizzata da METS Percorsi d’Arte intitolata “Ottocento in Collezione, dai Macchiaioli a Segantini” riunisce, dividendoli in otto sezioni tematiche, per raccontare la vita, gli umori e i fermenti del periodo che va dall’Unità del Regno agli albori del Novecento. La rassegna testimonia l’importanza storica del fenomeno del collezionismo nello sviluppo delle arti in Italia; la storia delle arti figurative in Italia nel secondo Ottocento s’intreccia, infatti, con le vicende dei raccoglitori di opere d'arte e, più in generale, del mecenatismo culturale. Dopo il 1860, s’intensifica il fenomeno del collezionismo di dipinti e sculture, incentivato anche dalle rassegne annuali promosse nelle grandi città. Da prestigiose collezione private provengono infatti gli 80 capolavori che la Mostra di Novara offre l’opportunità di ammirare, tra cui figurano opere di grandi maestri quali Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Giovanni Fattori, Carlo Fornara, Domenico e Gerolamo Induno, Silvestro Lega, Angelo Morbelli, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Giovanni Segantini, Federico Zandomeneghi.

Il percorso si apre con Il Risorgimento nazionale tra epica e cronaca dove pittori come Giovanni Fattori, Luigi Nono o Gerolamo Induno raccontano l’epoca risorgimentale senza retorica e trionfalismi ma soffermandosi sulle piccole cose. E’ una pittura realistica, di dettagli che racconta la vita militare attraverso dettagli quotidiani.
Seguono Scene di città ed episodi di vita contadina tra cui spiccano La Prima Neve di Mosè Bianchi e Refugium Peccatorum di Luigi Nono dove sono ripresi temi ricorrenti della sua pittura (la pioggia, la donna in preghiera).
La terza sezione è invece dedicata alla Varietà del Paesaggio Italiano dove possiamo mettere a confronto i laghi nelle diverse stagioni, il naturalismo lombardo di Carcano e il realismo di Eugenio Gignous che ritrae in primo piano una semplice riva senza qualità per concentrarsi sul gioco di luci ed ombre. I pittori dell’Ottocento abbandonano la Venezia monumentale per ritrarre una laguna nebbiosa, come quella dipinta da Guglielmo Ciardi. La neve di Morbelli abbaglia con la sua luce bianca e sfuma in piccole pennellate di colore.

Il quotidiano familiare della nuova borghesia è una delle sezioni più rappresentative della Mostra. I quadri esposti ne illustrano la vita in piccoli racconti domestici di cui le figure di donna sono spesso protagoniste: Leggendo il Fanfulla ritrae un salotto femminile, si mostra la partenza per la villeggiatura, le lezioni di lettura date dalle signore. I quadri sono aneddoti, specchi di una tranquilla vita borghese, a volte colti, come nei dipinti di Tranquillo Cremona, in situazioni di coinvolgimento emotivo. In questa sala spicca il dipinto di Silvestro Lega La Curiosità: una donna che spia dalle imposte socchiuse in un meraviglioso gioco di controluce.

De Nittis, Boldini e Zandomeneghi sono Gli Italiani di Parigi. Dei fermenti francesi colgono ed assorbono gli umori e le influenze che trasferiscono poi nella luce dei loro luoghi. In questa sala troviamo alcuni capolavori di De Nittis: Sulla Neve, Tra le Spighe e il Grano – una passeggiata in un campo fiorito con motivi che ritroveremo poi in Monet – e Piccadilly ed Eleganze ad Hyde Park, due spaccati londinesi. La joie de vivre di Parigi è trasferita in ambiente londinese con l’entusiasmo dei particolari.

Tutt’altro umore si respira nella sezione intitolata Il lavoro e la nuova sensibilità ai risvolti sociali che segue quella dedicata alle Suggestioni dall’esotico. E’ la pittura impegnata dei Divisionisti, movimento che nasce dall’Esposizione di Brera del ’91. Senza pietismo o retorica trasmettono immagini di un mondo lavorativo come in una fotografia: sono impressionanti sia La Piscinina di Longoni che Venduta! di Morbelli, inizialmente pensato come ritratto di una bambina malata di tisi e poi trasformato, e reintitolato, in un dipinto di denuncia contro la prostituzione minorile (la desolazione sul volto della ragazzina acquista altro significato). In questo quadro Morbelli, il pittore delle solitudini del Pio Albergo Trivulzio, fa lo stesso uso del bianco come nel quadro del ghiacciaio.

Agghiacciante ritratto di tisi galoppante, immortalato in uno sguardo sbarrato, intitolato per contrasto Petalo di Rosa, è il quadro di Segantini che fa da passaggio tra la sezione dedicata al sociale e quella conclusiva, Oltre il Reale. In quest’ultima sezione la pittura si evolve e trasforma e dal realismo dagli spaccati di vita si fa simbolo. Come La Nave Corsara di Novellini che si ispira alla poesia di Carducci o Il Ritorno di Maggi, una bara tra l’ostilità delle montagne.
O ancora L’Aquilone di Carlo Fornara, una vecchia che arranca contro il vento tra la luce degli alberi, nel rosso del cielo e della neve.
I pittori si sono ormai staccati dalla visione realistica e con queste sale si conclude la Mostra. Un viaggio tra stili pittorici e ritratti di vita che tramandano l’Ottocento.

OTTOCENTO IN COLLEZIONE.
Dai Macchiaioli a Segantini
Novara, Castello Visconteo Sforzesco
20 ottobre 2018 - 24 febbraio 2019
Orari: martedì - domenica, 10.00-19.00
Chiuso 24-25-31 dicembre 2018
Biglietti: Intero: €10,00; Ridotto: €8,00
Gabriella Aguzzi