Madame Reali
16/03/2019
Due importanti figure femminili si stagliano nella storia sabauda tra il 1600 e 1700: Cristina di Francia e Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours. Due figure emblematiche della storia europea, due donne che impressero un forte sviluppo alla scena culturale e artistica portando lo scenario di Torino a livello internazionale, a confronto con città come Parigi, Madrid e Vienna. Sono le Madame Reali a cui è dedicata la Mostra a Palazzo Madama, dove vissero, visitabile fino al 6 maggio. Dipinti, oggetti d’arte, arredi, tessuti, gioielli, ceramiche, disegni e incisioni ne illustrano la vita, raccontando i legami con le altre case regnanti europee, la devozione religiosa, le scelte artistiche, la moda, le feste sontuose: un itinerario che si sviluppa in ordine cronologico attraverso le sale di Palazzo Madama.
Al termine della visita si consiglia di salire sulla Torre del “tetro Palazzo Madama” – come lo cantava Guido Gozzano – per godere di una vista mozzafiato sulla città.
Cristina, o più esattamente Chrestienne de France, nasce a Parigi nel Palazzo del Louvre il 10 febbraio 1606. E’ la terzogenita del Re di Francia Enrico IV di Borbone e di Maria de’ Medici. Dal suo album di famiglia tre ritratti la introducono in Mostra: i genitori in apparato regale, e il fratello Luigi XIII salito al trono nel 1610. Le sorelle Elisabetta ed Enrichetta diventeranno anch’esse Regine, rispettivamente di Spagna e d’Inghilterra. All’età di 13 anni Cristina sposa a Parigi Vittorio Amedeo I di Savoia. Il matrimonio rinsalda l’alleanza tra il Piemonte e la Francia, rafforzando la posizione dei Savoia tra le Case reali d’Europa.
La morte improvvisa di Vittorio Amedeo I consegna a Cristina il governo del ducato e la tutela del successore al trono Francesco Giacinto, ancora bambino. L’Europa è nel pieno della guerra dei Trent’anni che vede i Savoia alleati di Luigi XIII nel tentativo di togliere il ducato di Milano alla Spagna. L’autorità di Cristina è subito contrastata dai fratelli del marito e da un’ampia fazione di aristocratici filospagnoli. Il rinnovo dell’alleanza con la Francia e la morte del primogenito innescano la guerra civile tra i “principisti” e i “madamisti”. Cristina ripara in Savoia con il figlio Carlo Emanuele, nuovo erede al Trono, mentre la città viene occupata dalle truppe del Principe Tommaso. Torino è restituita a Madama Reale dai Francesi nel 1640. Cristina si fa riconoscere il ruolo di tutrice del figlio Carlo Emanuele II e sua consigliera, ruolo che non abbandonerà per tutta la vita.
A differenza di Cristina di Francia, Maria Giovanna Battista non è di sangue reale. Appartiene a un ramo cadetto dei Savoia, i suoi antenati sono i Duchi di Genevois poi diventati Duchi di Nemours. Il suo matrimonio con Carlo Emanuele II di Savoia è alquanto contrastato. Inizialmente Cristina impone al figlio di sposare Francesca d’Orleans che però muore pochi mesi dopo le nozze. Libero della tutela della madre, Carlo Emanuele può allora sposare la lontana cugina. L’improvvisa morte di Carlo Emanuele per febbre terzana lascia Maria Giovanna Battista vedova e reggente al posto del figlio, il futura Duca Vittorio Amedeo II, di nove anni. Il governo di Giovanna Battista garantisce un lungo periodo di pace durante il quale l’alleanza con la Francia non viene mai messa in discussione. La reggente si fa raffigurare in atteggiamenti guerrieri, ma preferisce in genere presentarsi come protettrice delle arti e della cultura. Vittorio Amedeo è ansioso di esercitare il potere per conto proprio, a differenza del padre rimasto sotto il controllo materno fino alla morte di Cristina di Francia.
Le Madame Reali dedicano grande attenzione alla città, ai progetti artistici e architettonici, alle strategie culturali. Quando Cristina arriva a Torino riprende alcune idee dei Duchi che l’hanno preceduta proseguendo i lavori di fortificazione della città. Trasforma la piazza per il mercato del vino in un’elegante Place Royale (oggi piazza San Carlo) sul modello parigino, tutta contornata da portici. Cristina fa ampliare e arredare due residenze extraurbane: il grandioso Castello del Valentino lungo il Po e la Vigna in collina (oggi Villa Abegg). Nel territorio di Venaria Reale si tracciano le basi della Reggia di Diana, dedicata alla caccia.
Maria Giovanna Battista porta avanti il progetto della “città nuova di Po”, l’ampliamento verso Est che ha il suo fulcro nella così detta Piazza Carlina, dedicata a Carlo Emanuele II. Nel periodo in cui governa si trova a fronteggiare la povertà causata in Piemonte dalle grandi carestie e per aiutare i bisognosi istituisce un nuovo istituto di prestiti, fonda l’Ospedale di San Giovanni, l’Ospizio di Carità, i Regi magazzini dei Grani, la nuova sede del Collegio dei Gesuiti. Donna ambiziosa, colta e raffinata, vuole lasciare memoria dei suoi interventi a favore delle arti e delle lettere e, nel corso di due anni, fonda l’Accademia Reale, per l’educazione dei giovani aristocratici, un’Accademia letteraria e un’Accademia artistica, che diverrà l’Accademia Albertina di Belle Arti. Due architetti d’eccezione godono del favore di Madama Reale: il modenese Guarino Guarni, che progetta la Chiesa della Consolata, e il messinese Filippo Juvarra che realizza il grandioso scalone di Palazzo Madama.
Benché amino la vita lussuosa di Corte le due Madame Reali sono donne di intensa religiosità. Un legame particolare unisce le Duchesse alle Carmelitane. Al termine di una vita condotta nel fasto, di fronte alla morte effettuano entrambe una scelta di povertà e scelgono per la propria sepoltura il dimesso abito delle Carmelitane scalze, una veste con il panno marrone e il velo nero. Il corpo di Cristina viene sepolto a Torino nella Chiesa delle Carmelitane e traslato in epoca napoleonica nella Chiesa di Santa Teresa. Maria Giovanna Battista è seppellita nel Duomo di Torino, ma il suo cuore, in una scatola d’argento, è consegnato alle Carmelitane.
Gabriella Aguzzi