Preraffaelliti: Amore e Desiderio
04/09/2019
Era il 1848 quando in Inghilterra sette studenti si unirono per produrre una rivoluzione artistica:liberare la pittura britannica dalle convenzioni e dalla dipendenza dai vecchi maestri. L’universo artistico della cerchia preraffaellita si esprime nei temi dell’amore, del desiderio, la fedeltà alla natura, le storie medievali, la poesia, il mito, la bellezza in tutte le sue forme, rispecchiando anche i nuovi stili di vita e di relazioni personali che gli artisti sperimentarono. Divisa così, per sezioni tematiche, è la bella Mostra che possiamo ammirare fino al 6 ottobre a Palazzo Reale di Milano con capolavori provenienti dalla Tate Gallery di Londra, grazie al progetto di collaborazione tra Palazzo Reale e Tate Britain. Curata da Carol Jacobi esplora gli obiettivi e gli ideali del movimento preraffaellita, gli stili dei vari artisti e approfondisce inoltre il loro rapporto con l’Italia. Devono infatti all’arte e in generale alla cultura italiana pre-rinascimentale quell’idea di “modernità medievale” che tanto caratterizza le loro opere.
La Mostra si apre con l’Ofelia di John Everett Millais nella sala dedicata alla Letteratura. Splendida nella dolcezza fredda della morte, le labbra socchiuse, i capelli sparsi sulle acque, attorniata da “ghirlande di ranuncoli, di ortiche, di margherite e di quei lunghi fiori che chiamano le dita dei morti”, così come la descrive Shakespeare. Accanto al celeberrimo capolavoro di Millais, per cui la modella Elizabeth Siddall, poi moglie di Dante Gabriel Rossetti e lei stessa pittrice, posò restando mesi immersa in una vasca, troviamo un altro dipinto ispirato a Shakespeare, Claudio e Isabella di William Holman Hunt che ritrae una scena di Misura per Misura (in cui contrastano la purezza luminosa di lei con la figura ombrosa di lui), e La Proposta di Frederic George Stephens ispirato a I racconti di Canterbury (dove emerge il tema dell’amore nel contrasto tra classi sociali).
L’incontro tra i Preraffaelliti e la Letteratura è punto focale di questo movimento pittorico che si oppone ai modelli accademici dell’epoca vittoriana e omaggia l’arte rinascimentale italiana precedente Raffaello, come dichiara il nome stesso, rievocando un passato nostalgico. Motivi cari all’arte preraffaellita sono dunque tutti i temi letterari, dal dramma alla poesia, e lo stesso Dante Gabriel Rossetti, tra i fondatori e principali esponenti del movimenti, scelse di portare come primo nome Dante in omaggio all’Alighieri. Figlio di un critico letterario italiano e nipote di Polidori, trasse da Dante ispirazione per molti suoi quadri e lo tradusse in lingua inglese. Traspose così in pittura, con toni liricamente melodrammatici, sia la vita del poeta, che temi spiccatamente neomedievali e cavallereschi.
In Mostra, nelle sale a lui dedicate, possiamo dunque ammirare Paolo e Francesca, che rivela la passione del pittore per le storie tormentate, e Il Sogno di Dante alla Morte di Beatrice. Spesso l’artista ritraeva la moglie Elizabeth Siddal, morta per abuso di laudano, nei panni di Beatrice come possiamo vedere nello splendido Beata Beatrix, di ispirazione leonardesca, dove è ritratta accanto ad una colomba rossa di morte.
In contrasto con la bellezza pura e ideale di Beata Beatrix, rapita in estasi mistica, ecco la bellezza sensuale e la provocante chioma rossa di Monna Vanna, in un tripudio di gioielli, e di Aurelia (L’amante di Fazio), quadro ispirato invece alla pittura del Tiziano che ha per soggetto l’amante di Fazio degli Uberti, di cui il pittore tradusse i sonetti.
Nella sezione dedicata ai temi biblici troviamo Gesù lava i piedi a Pietro, di Ford Madox Brown, per cui posano amici pittori e Sant’Agnese in prigione riceve la veste splendente.
Ma accanto ai temi classici troviamo anche ritratti di vita nei quali i pittori colgono sentimenti, posture, sguardi e li arricchiscono di simboli. Sono esempio del simbolismo floreale Giuramento Infranto di Philip Hermogenes Calderon, dove il fiore appassisce accanto alla donna tradita, e Amore d’Aprile di Arthur Hughes, ispirato ai versi di Tennyson.
La Valle del Riposo di Millais può essere considerato come precursore dell’estetismo. La fatica delle Monache nello scavare la fossa risalta sullo sfondo quieto di un tramonto. La Lezione di scrittura di Kit di Robert Braithwaite Martineau si ispira invece a La Bottega dell’Antiquario di Dickens. Anche qui il tocco è realistico nel mostrare lo sforzo fisico del ragazzo.
Si passa quindi nelle sale in cui è protagonista il tema del viaggio (L’Ultimo Sguardo all’Inghilterra di Ford Madox Brown e La Nave di William Holman Hunt).
La Mostra si chiude con due dipinti di John William Waterhouse: Il Cerchio Magico, che raffigura l’antico rituale di protezione e La Dama di Shalott, ispirato al poema romantico di Tennyson sulla leggenda arturiana. Tema caro ai preraffaelliti fu anche soggetto di un quadro di Hunt e lo stesso Waterhouse ne dipinse tre versioni.
La leggenda narra di una giovane su cui grava una maledizione: doveva guardare il mondo attraverso uno specchio o sarebbe morta. Ma un giorno vede Lancillotto e se ne innamora e muore nel tentativo di raggiungerlo, facendo avverare la maledizione. Nel dipinto John William Waterhouse mostra la Dama di Shalott sulla barca percorre che la conduce verso Camelot, affrontando il suo destino. Sulla barca sono raffigurate tre candele che simboleggiano la vita: due candele sono spente, ne rimane una accesa, il tempo che resta al verificarsi della morte.
Gabriella Aguzzi