Eduardo, signori! Se qualcuno ha dei dubbi su chi sia l'autore il titolo è lì a dimostrarglielo. E infatti, per una volta, il titolo gioca con il nome dell’autore, Eduardo De Filippo, appunto, per fondere in uno spettacolo cinque atti unici - due più estesi e tre come frammenti - del grande drammaturgo. Lo stesso titolo ci dice anche che siamo di fronte a uno spettacolo più unico che raro. All'inizio e alla fine dello spettacolo scorrono delle immagini con volti di un tempo, come se passassero su un treno, a ulteriore prova che siamo di fronte a testi emersi da un lontano passato. Quel qualcuno potrebbe a questo punto porsi degli interrogativi per quanto riguarda gli inizi di un autore che rimane grande e molto amato dal pubblico.
Gli attori però sono davvero bravi, sanno conquistare il pubblico, sanno farlo ridere con i gesti e i movimenti più che con le parole, che, in un napoletano stretto, spesso sfuggono a un pubblico milanese. La musica ha un forte rilievo e divide i diversi momenti. Bello è quell'inizio, di cui parlavamo prima, con i nove attori che guardano scorrere le foto con gli attori e le immagini di allora, come se fosse un treno. E bella è l'ultima battuta in bocca a Rocco Papaleo: non la svelo per lasciarvi il piacere della scoperta, ma non perdetevela. E non si può che concordare che il teatro sa sempre affascinare e incantare il pubblico.
Eduardo, più unico che raro!
Regia di Giancarlo Sepe
Con Rocco Papaleo e
Giovanni Esposito
atti unici di Eduardo De Filippo
A Milano al Teatro Manzoni dal 26 aprile al 15 maggio