Metti un uomo deluso dall’amore. Metti una nottata da trascorrere tra villosi compagni di merenda, a consolare l’amico lasciato a pochi mesi dal matrimonio, dopo dieci anni di indignitoso fidanzamento. Al Teatro de’Servi quattro uomini sono alle prese con il misterioso universo femminile, teorizzano, parlano, cogitano così tanto da non sembrare veri.
«Sedici anni fa iniziava quella che poi sarebbe stata l'entusiasmante avventura di "Bona la prima", la mia compagnia –dice il regista, Marco Falaguasta- e iniziava proprio con "So tutto sulle donne".» E il titolo era abbastanza esaustivo: tre ragazzi ventenni trascorrevano un intero pomeriggio a confrontare punti di vista e strategie, fantasticando sul loro argomento preferito: le donne. Dopo quasi venti anni arriva il sequel, quei ragazzi sono dei quarantenni e, più che le aspettative, affrontano le macerie di un rapporto chiuso con veemenza e decisione dal (poco) “gentil” sesso.
In scena, l’inconsolabile Piero Scornavacchi in quella che poteva essere “Adesso so veramente tutto sulle donne”, secondo gli intenti del regista e autore Falaguasta. A bordo di un’Ape Piaggio fanno il loro ingresso Alessandro Tirocchi, Luca Latino e lo stesso Marco Falaguasta. Parte così, tra musica a tema e caciara romanesca, una nottata di ipotesi e ricordi tinti di rosa. Morale? La donna resta un mistero per l’uomo, che se ne può allontanare, magari ricorrendo a soluzioni estreme (Vasco Montez sul palco ha preferito alla vita matrimoniale quella consacrata), o che può abiurare ogni fede calcistica per una donna tifosa che giochi al Fantacalcio (Vanessa Fulvio).
Nulla, quindi, è cambiato in vent’anni: la donna, più che di rosa, è tinta di giallo. A poco sono servite esperienze e teorie. Forse, però, ci si può consolare lucrandoci su: non a caso scrittori e cantanti hanno inciso e scritto sul tema; John Gray ne ha fatto un bestseller illuminante “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”. Al Teatro de’ Servi, però, vien fuori un’altra teoria, quella della predisposizione a monte. «Se, quando nasci, sei previsto come accoppiato, allora prima o poi la tua anima gemella la trovi, se invece sei previsto come spajato, puoi fare di tutto, ma sempre spajato rimani». E i quattro, manco a dirlo, sarebbero “spajatissimi”.
Teatro de’ Servi
Via del Mortaro 22
Roma