Una donna, un violoncello e il tango: tre anime in una sola, tre cuori ed un unico battito: anteprima nazionale, venerdì 30 novembre (repliche il 1° e 2 dicembre) della commedia “Dall'altra parte della terra”, la nuova produzione del “Teatro delle Forche”, diretta da Giancarlo Luce, in scena al Teatro Comunale di Massafra.
Particolarmente attenta alle problematiche sociali, la compagnia - nata nel 1994, prendendo il nome da un antico rione urbano della città tarantina - propone un teatro di forte impegno civile, che agisce nel sociale con una forte valenza didattica:l'opera messa in scena ne rappresenta la prova più evidente.
Liberamente tratta dal saggio di Paola Cecchini “Terra promessa -il sogno argentino” (Consiglio regionale delle Marche, 2006) e dal romanzo di Laura Pariani “Quando Dio ballava il tango” (Bur Rizzoli, 2002), la commedia racchiude la storia di un viaggio- quello delle donne emigrate in Argentina-fatto di abbandoni, partenze, lunghi cammini, terre sconosciute, spaesamenti, nostalgie che si trasformano in lingue ormai dimenticate, malattie dell'anima e del corpo, di voglia di tornare : è la storia dell’Italia intera, della fine dell’Ottocento e metà del secolo scorso.
E' la storia di donne che hanno lottato con coraggio e tenacia per difendere la propria dignità: quelle partite coi loro uomini e vissute in case di adobe (fango, paglia e lamiera) nella pampa; oggetto di molestie sessuali da parte di compaesani se “vedove bianche”; costrette all'umiliante disagio di rintracciare attraverso consolati lontani, mariti non più tornati: tutte capaci di grandi sacrifici, infaticabili lavoratrici, silenziose, decise e sicure custodi della memoria. Sono storie che riguardano tutte noi, anche coloro che ignorano quel grande fenomeno che ha coinvolto per circa 120 anni il nostro Paese e la vita di 28 milioni di persone (oltre a 4 milioni di clandestini) di cui soltanto 3 in Argentina.
Sulla scena -un indefinito luogo di arrivo e di partenza curato da Mariella Putignano- si muove Francesca Argentiero che cambia dialetti e talvolta anche volto, dando voce alle diverse protagoniste: la vecchia nonna Venturina (abbandonata nella sua cascina padana), la giovane Teresa (segnata da una infanzia negata), la bracciante pugliese (forte e vigorosa nel Nuovo Mondo), la bella Anna Di Giorgio (tradita e dimenticata) ed infine Concetta (simbolo dell'eterna e mai superata condizione di sopportazione delle donne in tutto il mondo): il pubblico la ascolta a bocca aperta, incantato e incapace di muoversi sulla sedia per timore di rovinare l'atmosfera resa particolarmente intrigante quando canta il tango.
Attraverso le note del violoncello,“complici e sensibili”, Giuditta Giovinazzi, l’altra interprete, impersona l'infanzia poetica della donna, le sue note birichine e curiose, i suoi sogni d'amore...
Uno spettacolo di alto livello, che lascia un segno in ognuno.