La storia è quella di Frankenstein, ma non la “pura” creatura di Mary Shelley, no. Si tratta della mostruosa invenzione di Mel Brooks. E ne siamo tutti felicissimi. Considerato tra le migliori cento commedie americane di sempre, Frankenstein junior è girato nel 1974 con uno stile ispirato agli anni ’20, per omaggiare i classici horror della Universal: la creatura di Brooks è una feroce parodia del celebre Frankenstein di J. Whale e delle numerose pellicole dedicate, nel tempo, al mostro della Transilvania. Il film è stato premiato dal pubblico, con oltre 500.000 copie vendute, di cui una gelosamente custodita a casa mia. Il prolifico Mel Brooks, dopo il successo ottenuto con la trasposizione teatrale di Producers (in Italia, Per favore non toccate le vecchiette) ci riprova: la commedia musicale è stata in scena a Broadway dal 2007, per 485 repliche all’Hilton Theatre.
Ma a New York si sa che tutto è pensato, e prodotto, in grande. Spazi, costi e cast. Di solito, quando i musical attraversano l’Oceano, finiscono col rimpicciolirsi, per uno strano effetto salino. Chissà. In questo caso, però, la traversata ha retto. La Compagnia della Rancia si difende più che bene, coi virtuosismi di Giulia Ottonello (qui Elizabeth, la fidanzata arcigna del dott. Frankenstein jr, ma già in Cantando sotto la pioggia e Cats) e i picchi ragguardevoli di Mauro Simone (già in Grease, Pinocchio il grande musical, qui nel ruolo di Igor). Per quanto riguarda il testo, poi, rende giustizia alla versione originale l’adattamento di Saverio Marconi (anche regista e fondatore della Compagnia), coadiuvato da Michele Renzullo (pure produttore esecutivo).
Il cast è ben oleato e selezionato: in più di settecento si sono presentati alle audizioni. E allora, accanto a Giampiero Ingrassia (il dott. Frankenstein junior), figurano: Altea Russo nei panni della governante Frau Blücher (La Piccola Bottega degli Orrori, A Qualcuno Piace Caldo, Bulli e Pupe, Hello, Dolly!), Valentina Gullace come Inga, la devota assistente transilvana (Jesus Christ Superstar, Cabaret, High School Musical, Aladin, Salvatore Giuliano), il baritono Fabrizio Corucci nei panni extra-large del Mostro, Felice Casciano come ispettore Kemp, capo della polizia locale dedito al mantenimento dell'ordine (A Qualcuno Piace Caldo, La Piccola Bottega degli Orrori, Pinocchio il grande musical, Sister Act).
Le scenografie ricordano il film e, in scala, anche il musical-padre stelle-e-strisce. Per gli amanti di Mel Brooks, questo Frankenstein è un caldo ritorno “a casa”, alle battute che si sono già memorizzate in quarant’anni di potenziali visioni del film. Sicuramente alcuni sketches sono modernizzati e si troveranno “nuove” battute a sfondo sessuale, che incidono sul copione almeno per il 20% in più rispetto al fratello cinematografico. Esilaranti la scena della partenza del dottore alla volta della Romania, pretesto per far esplodere la vena ninfomane della fidanzata, la scena dell’innamoramento tra Elizabeth e il mostro e, dulcis in fundo, il duetto tra Frankenstein e la sua creatura, sulle note di Puttin’ on the Ritz di Irving Berlin.
Lo spettacolo, dopo un’anteprima al Teatro dell’Aquila di Fermo e il debutto romano, passerà ai principali teatri italiani, tra cui Milano, Firenze, Genova, Torino, Trieste, Napoli, Bari e Bologna.
Io lancerei solo una (piccola) provocazione al regista, Saverio Marconi, che in Italia ha (im)portato il musical, dirigendo, tra gli altri, West Side Story, Grease, Cats e Cabaret. Sarebbe mostruoso pensare ad una versione lirica del Mostro? In fondo siamo italiani e Marconi ha nel suo portfolio anche degli splendidi Nabucco e Don Pasquale.
Fino al 9 dicembre
Teatro Brancaccio – via Merulana, 244 – Roma Info 06.80687231/32