
Un appartamento parigino, uno scapolo impenitente, un orario delle linee aeree e tre bellissime hostess. E’ grazie agli orari che Bernardo è riuscito a gestire un ménage con le tre fidanzate, senza che nessuna sappia o sospetti delle altre, e con l’aiuto della riluttante governante Berthe coordina arredo e cucina secondo i loro arrivi e partenze. Ma che accade se un nuovo Boeing superveloce e il maltempo scombinano all’improvviso tutti gli orari e le tre donne si ritrovano contemporaneamente nella stessa casa? E se dall’Italia arriva uno sfigatissimo vecchio compagno di scuola che si ritrova catapultato in questo vortice di equivoci?
La divertente commedia di Marc Camoletti, resa celebre dal film omonimo con Jerry Lewis, Tony Curtis e Thelma Ritter, non ha perso il suo smalto. E la regia londinese di Matthew Warchus ne ha riconfermato il successo sia in Inghilterra che a Broadway vincendo anche il Tony Award come Miglior Revival Anni Sessanta. Il suo ritmo scoppiettante ha conquistato Gianluca Ramazzotti, così la sua Associazione Culturale Artu' in coproduzione con Ente Teatro Cronaca lo ha riproposto, con la regia di Mark Schneider a ricalcare fedelmente quella della produzione inglese. Solo qualche adattamento per la versione italiana (la nazionalità dei due protagonisti), ma lasciando intatte l’ambientazione Anni Sessanta, che dà gusto e atmosfera al tutto, e la vivacità delle nuove accelerazioni. E con in scena lo stesso Ramazzotti e Gianluca Guidi a formare un brillante e affiatato duo comico alle prese con una catena di imprevisti.
E’ così lo spettacolo che vediamo in scena al Teatro Manzoni di Milano fino al 9 marzo. Chi ricorda il film troverà qualche mutamento, sia nella caratterizzazione dei personaggi (l’hostess francese è una passionale spagnola sull’orlo di una crisi di nervi, l’americana è più cinica, la tedesca autoritaria ma romantica e Ramazzotti è più intimidito del catastrofico Jerry Lewis) che nella stessa trama, soprattutto nel procedere del secondo atto, e vi troverà anche un ritmo più incalzante. Il sapore è infatti quello del vaudeville, con l’aprirsi e chiudersi di porte in tempismo perfetto.
Tutto è molto, volutamente, sopra le righe, con toni caricaturali, come la situazione paradossale richiede. Con tutti gli ingredienti della commedia degli equivoci al gran completo.
La scenografia ripete nei dettagli il cromatismo delle tre linee aeree che torna sgargiante nei costumi delle tre fidanzate. Barbara Snellenburg, Sonja Bader e Marjo Berasategui combinano vis comica e sex appeal e un’esilarante Ariella Reggio nel ruolo di una sempre più confusa Berthe completa il quadro.