Il Prestito, al Teatro Sala Umberto

09/12/2014

Il Natale è alle porte. Inutile cercare di sfuggire a riflessioni sullo stato in cui versa il nostro sistema economico, o rimandare a data da definirsi il disastroso bilancio di fine anno. Il soldo per nessuno è un optional, per molti è poco, per tanti è una chimera. Basterebbe un prestito per risolvere diverse situazioni, in Italia (e oltre). Allora, come non immedesimarsi nel protagonista di una pièce incentrata proprio su di un prestito?
A scriverla ci ha pensato Jordi Galceran, catalano classe ’64, drammaturgo, sceneggiatore al cinema e in TV. Lo abbiamo conosciuto grazie a “Il metodo Grönholm”, opera teatrale sulla crudeltà che si manifesta nei rapporti di lavoro, ambientata in una multinazionale durante le fasi finali di una selezione del personale.
Questa volta, Galceran ha posto sotto la lente un altro tema, la paura, partendo sempre da una situazione comune. Un cliente (Gianluca Ramazzotti) si reca in banca chiedendo un prestito, per scongiurare il fallimento economico; gli basterebbero 3000€ per salvare la situazione, e la pace psichica. Il direttore della filiale che prende in esame la richiesta di credito (Antonio Catania) teme di esporsi troppo, sponsorizzando un'operazione poco sicura: il cliente non si dimostra solvibile, non ha garanzie né proprietà, può dare solo “la parola” che restituirà il denaro e l'onore non è esattamente una merce di scambio.
Più si procede nel vis-à-vis, più la situazione si fa grottesca, finché il cliente non minaccia di sedurre la moglie del bancario, se questi non gli concederà la somma richiesta. La paura della separazione e dell'allontanamento dal figlio innesca reazioni abbastanza improbabili, ma, in fondo, seguendo lo stesso ragionamento del bancario, neanche il matrimonio può essere monetizzabile. Forse.
Giampiero Solari (regista teatrale, ma anche autore TV di titoli come “Francamente me ne infischio”,  “Stasera pago io” e “Tutti gli zeri del mondo”) dirige Antonio Catania e Gianluca Ramazzotti, già insieme nelle due passate stagioni con la commedia farsesca di Ray Cooney, “Se devi dire una bugia, dilla ancora più grossa”. Questa volta, i due sono soli sulla scena, a duellare verbalmente e ad incontrare i favori del pubblico, che empatizza col cattivo di turno, promuovendolo ad eroe: l'arroganza e l'aggressività trovano attenuanti speciali, così il pubblico è pronto a salvare Cattivo-A e Cattivo-B, anzi, è Natale, li santifica entrambi.
La versione italiana a cura di Pino Tierno dona al testo la stessa perfidia e attualità dell'originale. La scena di Alessandro Chiti immobilizza nella filiale di banca, che diviene claustrofobica. La messa in scena è fluida, talmente rapida da divorare gli atti e abbattere il tempo. La rabbia del testo immobilizza; le risate sono amare, seguendo il principio del “mors tua, vita mea”.
Ci si scandalizza per il valore che i protagonisti, a turno, danno ai soldi e agli esseri umani. Nei sorrisi, però, ci si guarda e ci si scopre accomunati dallo stesso cannibalismo: la disgrazia altrui è terapeutica. Come dire, un sano biglietto natalizio questo “Prestito”.

SALA UMBERTO. Fino al 14 dicembre 2014
Il Prestito, di Jordi Galceran
Regia: Giampiero Solari
Con: Antonio Catania e Gialuca Ramazzotti
Versione italiana: Pino Tierno
Scene: Alessandro Chiti
Costumi: Maria Grazia Santonocito
Disegno Luci: Stefano Lattavo

Maria Vittoria Solomita