A volte – e succede in “Gebrek”, la pièce ora al Teatro Litta Sala Cavallerizza a Milano – chi sta in scena muto ha un ruolo fondamentale. E non solo, come in questo caso, perché è l’autore del testo. Claudio Elli in “Gebrek Monologo Interrotto in due parti” è come il coro, che rappresenta tutti gli spettatori. Entra in scena insieme a Riccardo Magherini, ma quest’ultimo si sente un grande: è un dittatore, dice, è un Dio. E’ Gebrek, il grande potente, che come tale si considera e - passando una lampadina su uno schermo, un immaginario muro - si disegna come un fumetto (inquietante, per una fisionomia che evoca ricordi): è il comics, disegnato e pubblicato da Alex Miozzi, che con il personaggio interagisce. Come in una fase successiva prenderanno vita i video di Francesca Lolli, intenzionati a interagire. Gebrek sbraita, ce l’ha con tutti, non salva nessuno, evoca scenari drammatici da cui nessuno sembra possa salvarsi. Nemmeno la Svizzera, a cui riserva un futuro di fame e perché questo riesca meglio relega tutti gli svizzeri in Etiopia, che in tema di fame è professionista. La “santa Inquisizione” per lui è un dilettante, se la prende con tutto il mondo inanellando un pregiudizio dopo l’altro, a cominciare da quelli che toccano le donne, per continuare con gli ecologisti, i vegani. Gli anarchici? No, quelli no, spiega: serve qualcuno esperto in esplosivi. E con i pregiudizi – molti altri ancora – appare chiaro che abbiamo fatto il pieno. E mentre Gebrek sbraita, l’osservatore seduto in scena interloquisce con lo sguardo, gli occhi, schivando mannaie, guardando interrogativo questo personaggio che veste un grembiule da macellaio e spappola uova. Claudio Elli è sempre più «il primo spettatore seduto in scena» che del pubblico incarna dubbi, cerca di mettere le distanze con questo Gebrek, ne sente i pregiudizi e vi riconosce tante parole sentite spesso ripetere. Allibito da tanto qualunquismo – purtroppo non solo di Gebrek –inorridisce (e il pubblico con lui). Ma la fase successiva, che «il primo spettatore» può vivere meno, ma ben può vivere il pubblico, tranquillizzato dalla distanza che il teatro pone, la fase successiva, dicevamo, porta alla irrisione. Quando Gebrek dice di aver clonato mezzo mondo dello spettacolo e nomina gli U2 e Ligabue la risata è inevitabile. E quando poi quelli che chiama «gli scarafastri» - che sarebbero poi i nostri sfortunati colleghi terrestri – li fa salire su pullman scomodi, simili a R4 e 2Cavalli, che un tempo facevano «tanto in», la risata è inevitabile. Per qualcuno, magari, siamo nei paraggi dell’autoironia. E anche nei paraggi di un interrogativo sempre più pressante: chi è questo Gebrek? Userà davvero quella mannaia che agita, non solo metaforicamente?
Uno spettacolo che vive di movimenti, sguardi, reazioni di Claudio Elli; variazioni di toni, sproloqui, capacità di Riccardo Magherini di terrorizzare e suscitare quelle reazioni. Ma sotto sta un testo che gioca con il pubblico, ironizza, minaccia futuri che potrebbero essere presenti, recupera passati che ugualmente sono vicini al presente. Trasforma il teatro in una occasione di riflessione strettamente legata alla risata, ma anche in una occasione di cogliere quanto delle piccole sfumature di voce e movimento e relativa reazione (e partecipazione) del pubblico possono diventare significative, scavando un inevitabile solco distanziatore con altri media. Che comunque si intersecano e sono evocati nel finale, quando – fatto rarissimo a teatro – sullo schermo scorrono i titoli di coda.
Gebrek
Monologo Interrotto in due parti
di Claudio Elli
interpretazione e regia di Riccardo Magherini e Claudio Elli
comics di Alex Miozzi, video Francesca Lolli
disegno luci Marco Meola
voce femminile fuori campo Federica Armillis
altre voci fuori campo Sveva Dondi, Martino Dondi, Ruggero Dondi, Caterina Lucia, Arianna Lucia
musica nella sigla di chiusura Mishaela di Noa e NefEsh esecutori Trio NefEsh (violino Daniele Parziani, chitarra Manuel Buda, contrabbasso Davide Tedesco)
Foto di IIF
si ringraziano Lab121, Istituto italiano di Fotografia di Milano
Produzione puntoelinea - Progetto Caleidos
A Milano al Teatro Litta, Sala Cavallerizza, dall’11 al 20 dicembre 2014 in prima nazionale