Il Prezzo è quello dei mobili accatastati ad un lato della scena, vecchio mobilio di famiglia di una casa che andrà svuotata ed abbattuta, e che dovranno essere valutati senza tener conto dei ricordi e di un valore ormai superato e inutile. Il Prezzo è soprattutto quello pagato ad una Crisi che si è portata via vite private e sogni spezzati, il prezzo dei sacrificio, delle rinunce, delle scelte.
Dramma quanto mai attuale questo di Arthur Miller che disegna con nitida e crudele amarezza una feroce partita a quattro in cui ci si rimpalla fallimenti, menzogne, invidie, accuse e rimpianti. L’eredità lasciata dal crollo finanziario del ’29, un quadro tanto vero e dolente allora come oggi.
Sono gli ultimi giorni per assistere al Piccolo Teatro Strehler quest’opera intensa, con uno straordinario Umberto Orsini nei panni del vecchio ebreo sopravvissuto allo stravolgersi dei tempi che, richiamato all’antico mestiere di fissare il prezzo, riavverte una scintilla di giovinezza. Chi riporta invece tuttora le ferite è Victor, il fratello che è rimasto accanto al padre caduto in miseria, prendendo la divisa dell’agente di polizia e relegandosi ad una vita senza ambizioni né sogni, rimandando di continuo la data della pensione: un Massimo Popolizio (anche regista dello spettacolo) rabbiosamente rassegnato e dimesso nella sua frustrazione. Reduce sconfitto, si misura nell’incontro/scontro con l’altro fratello (Elia Schilton) che è invece uscito dal disastro con una brillante carriera di medico e con l’insoddisfazione della moglie (Alvia Reale). La perdita del benessere, la paura che ne nasce, spinge i protagonisti a confrontarsi col passato, una battaglia giocata nell’arena di uno stanzone semispoglio.
La scrittura di Miller è limpida, affonda caustica e tagliente nelle pieghe più fragili, tratteggia con lucidità e potenza uno spaccato sociale riflesso in un dramma famigliare. Una regia evocativa e attenta ai dettagli pur nella nudità della scena e una grande prova attoriale (già la sola danza finale di Orsini sulle note del grammofono strappa l’applauso): il suo prezzo lo spettacolo lo vale tutto.