Il Macbeth dei Colla

17/06/2016

Il mio amore per Shakespeare scoccò quando ero bambina, davanti ad una versione del Macbeth “narrata ai ragazzi” che i miei genitori mi proposero con le marionette, nel teatrino fatto in casa. Ho sempre pensato che la grande tragedia shakespeariana, col suo bagaglio leggendario di streghe, profezie e fantasmi, ben si  adattasse ad uno spettacolo di marionette ed avesse la forza di suscitare anche l’incanto e lo stupore infantile. Incanto e stupore che ho ritrovato nell’allestimento della Compagnia Carlo Colla & Figli al Piccolo Teatro Grassi.
Marionettisti di tradizione secolare, hanno regalato uno spettacolo carico di suggestioni, dove la perfezione dei movimenti lascia perfino scordare che là sul palco non si stanno muovendo attori in carne ed ossa. D’altronde, celebrare la potenzialità della marionetta come attore virtuale è sempre stato uno degli intenti della Compagnia.
Il dramma shakespeariano ha sempre trovato posto nel repertorio del teatro marionettistico italiano di tradizione dalla prima metà del XIX secolo, quando la funzione prima delle compagnie di spettacoli di marionette era quella di portare la divulgazione dei grandi classici del teatro, della letteratura e dell’opera lirica.Così Otello, Romeo e Giulietta e Macbeth entrarono a far parte del vasto repertorio delle marionette. Anche la Compagnia Carlo Colla e Figli rivolse la sua attenzione, in particolare al testo di Macbeth.
Nel 2007 il Chicago Shakespeare Theater mise in scena il Macbeth avvalendosi di Eugenio Monti Colla per la parte marionettistica. Nel 2010 lo stesso Eugenio Monti Colla ne ripropose la versione italiana, riproposta quest’anno nella ricorrenza dei 400 anni di Shakespeare.
L’adattamento rispetta quasi integralmente il testo originale, lasciandolo intatto nella sua potenza e bellezza. Giochi di potere, ineluttabilità del destino, profezie ingannevoli, dubbio, rimorso, istigazione, colpa, solitudine del potente: i grandi temi della tragedia scorrono fluidi attraverso le voci recitanti di Loredana Alfieri, Marco Balbi, Roberto Carusi, Carlo III Colla, Fabrizio De Giovanni, Giuseppe Lanino, Lisa Mazzotti, Francesco Orlando, Gianni Quillico, Franco Sangermano
L’allestimento di Macbeth alterna spazi chiusi e  spazi aperti con un moltiplicarsi di elementi scenografici rigorosamente dipinti secondo l’antica sapienza del teatro delle marionette. Basterebbe citare la scena del suicidio di Lady Macbeth dagli spalti, di sfondo alla scena in primo piano.
I personaggi sono costruiti con bocca e mani mobili per ottenere una gestualità stilizzata ma tale da rendere il pathos delle situazioni drammatiche. Per necessità di scena e di cambio di costume per alcuni di essi sono previsti quattro o cinque prototipi, anche di diversa misura, per accentuare il discorso prospettico.
I marionettisti Eugenio Monti Colla, Franco Citterio, Mariagrazia Citterio, Piero Corbella, Debora Coviello, Carlo Decio, Cecilia Di Marco, Tiziano Marcolegio, Sheila Perego, Giovanni Schiavolin, Paolo Sette li animano con effetto drammatico.

Gabriella Aguzzi