Il Secondo Figlio di Dio

25/02/2017

Tre anni sono pochi? No, a quanto pare, per documentarsi sulla vita di David Lazzaretti, definito il "Cristo dell'Amiata", profeta visionario e fondatore della comunità religiosa "Giurisdavidica" (ossia "del diritto di Davide") ispirata al socialismo mistico e utopistico, che richiama a suo modo quello della Comune di Parigi del 1871. Il lavoro di ricerca è servito a Simone Cristicchi per elaborare i complessi temi e ricostruire la biografia e i processi storici che fanno da corona alla vita e alla predicazione di Lazzaretti, la cui figura risalta e giganteggia nello spettacolo dal vivo che prende il titolo "Il Secondo figlio di Dio", in scena al Teatro Vittoria di Roma fino al 26 febbraio. Spettacolo autenticamente originale e affascinante, che vede un Cristicchi mattatore interpretare tutti i personaggi maschili e femminili rappresentati,  ricordando molto da vicino la personalità del Lazzaretti con la sua figura alta e imponente, la barba irsuta e una chioma ribelle, accompagnata da una voce perentoria, bellissima che intona canti sapienti, densi di parole costruite con un'arte consumata  e unica, tra narrazione, canto, sofferenza e venerazione collettiva.

Lo scenario, oltre che dalla mole di Cristicchi, ha un protagonista, come dire, "cosificato". Ovvero un gigantesco barroccio (grande carro a trazione animale con due alte ruote e lunghi bracci) che è poi un vero laboratorio scenografico, in cui Lazzaretti, figlio per l'appunto di un barrocciao, percorre in largo e in lungo la Toscana, fino ad avventurarsi a Roma, nel Lazio, a seguito dei suoi reiterati tentativi di incontrare Papa Pio IX (quello inferocito dalla presa di Porta Pia, per intenderci..), in quanto avrebbe voluto metterlo al corrente delle verità a lui rivelate dalle apparizioni di S. Pietro e della Madonna. Ma, in proposito, il mistero rimane. Tranne che sulla previsione esatta dell'ora e del momento della propria morte. Oggi probabilmente, potremmo dire cose diverse sullo stato mentale di Lazzaretti, grazie alle conoscenze neurologiche e psichiatriche che possediamo ma, allora, le elevate e ricorrenti febbri probabilmente malariche, contratte nel continuo attraversamento delle Maremma, avevano prodotto quell'effetto congiunto tra delirio e visione che da sempre contraddistingue i grandi mistici dell'umanità. In fondo, molti sciamani degli indiani dell'America del Nord facevano costante uso dei funghi allucinogeni per predire il futuro e avere visioni escatologiche, mettendole beneficamente al servizio delle proprie tribù.

Cristicchi, con abilità sorprendente, costruisce in realtà una sorta di sistema fisico, rappresentato da una piccola carrucola di massa molto elevata che scorre tra due corde, i cui estremi sono collegati ad altrettanti bracci di un bilanciere. Basta una minima inclinazione, per far scorrere il corpo sospeso (lo spirito di Lazzaretti e del suo genio visionario) in un verso o nell'altro. Così, lo vediamo prima tollerato se non favorito dalle gerarchie cattoliche, in funzione antipiemontese e antiunitaria; poi addirittura scomunicato e assassinato da un'innaturale alleanza tra Stato e Chiesa per l'eliminazione di nemici comuni. Lo stesso meccanismo di scivolamento tra gli estremi opposti avviene anche nel caso delle folle che lo seguono nella sua comunità d'ispirazione protocristiana, basata sul semplice principio delle origini: la messa in comunione di tutti i beni dei fedeli e la reciproca solidarietà tra i deboli e i poveri, contro l'ingiustizia, l'oppressione e la bulimia dei poteri costituiti, sia religioso che secolare.

Perché, all'apice della sua rivelazione c'è la lotta, in nome di un socialismo utopico e repubblicano, al potere abusato dai papi e, quindi, della loro illegittimità, straniamento, sopruso e usurpazione dei beni materiali e spirituali della comunità dei cristiani. Malgrado la sua palese innocenza e tenuta gandhiana delle sue condotte, Lazzaretti terminerà la sua missione salvifica su questa terra morendo semplicemente per la libertà di culto di un divino senza vendetta, né Inferno eterno, ucciso da un colpo sparato da un militare in congedo che, nella rappresentazione di Cristicchi, è l'oscuro narratore pentito della vita del Cristo dell'Amiata. Molto bello e davvero interessante, come altri approfonditi studi dell'artista per un suo personale "Elogio della Follia".

Maurizio Bonanni