
Poteva sembrare un’impresa impossibile trasferire su un palcoscenico, con solo quattro attori in scena, il film di Luchino Visconti “Rocco e i suoi fratelli”, quella tragedia di fratelli immigrati che sapeva di nebbia e di rabbia, del sudore delle palestre, di periferie desolate e di sangue. Eppure la scrittura scenica e la regia di Paolo Trotti e gli ottimi interpreti di Linguaggicreativi con “La Purezza e il Compromesso” hanno fatto vivere sulla scena del Teatro Parenti uno spettacolo che, pur nel suo adattamento, è una fedele trasposizione e ne rispecchia lo spirito e le atmosfere, rendendo un degno omaggio a Visconti e a Testori. Come infatti Visconti trasse ispirazione dai racconti di Il Ponte della Ghisolfa, mescolandoli tra loro e a tratti riprendendone interi dialoghi ma facendone una storia sua, così con La Purezza e il Compromesso si compie il triplice passaggio e i racconti, raccolti in un unico film attraverso una serie di suggestioni, tornano in teatro insieme al film. La riscrittura in alcune parti segue il modello cinematografico ricalcandone i dialoghi, così come gli attori - in particolare la bravissima Margherita Varricchio che ad Annie Girardot assomiglia nel look e nel fisico - ne seguono la recitazione, in altre si discosta e lo reinterpreta. La scena quasi nuda si anima, offrendo diversi quadri che mutano rapidamente solo attraverso lo spostamento fisico degli interpreti, il mutare dell’abbigliamento con pochi tocchi che indicano il passaggio del tempo e dei sentimenti, il puntare di un riflettore o di un ventilatore. E con quei pochi tocchi vive e lascia sentire allo spettatore la metropoli dietro di loro che tutto inghiotte e distrugge. Eppure dona molto di più di un riassunto e se la Milano del libro e del film qui è una città senza nome e anche l’epoca non è più così definita, per farsi discorso di sempre, se tutto è raccontato come in flashback da Nadia morta e Simone colpevole, ancora una volta Trotti resta fedele e quella che pulsa è lo spaccato di una Milano perduta ma ancora crudele.
Si completa così la Trilogia iniziata due anni fa, sullo stesso palco del Parenti, con La Nebbiosa, tratto dalla sceneggiatura del film che Pasolini non girò mai su una notte brava di un gruppo di Teddy Boy finita in tragedia, e proseguita con I Ragazzi del Massacro di Scerbanenco. Dietro alle tre storie c’è sempre la Milano delle ringhiere e della violenza, la rabbia mista a disperazione pronta ad esplodere tra le periferie fumose di quella Milano alle soglie degli Anni Sessanta. Ritroviamo in scena Stefano Annoni e Diego Paul Galtieri, qui affiancati da Michele Costabile e Margherita Varricchio. Annoni e Costabile sono i due fratelli Rocco e Simone, l’uno ingenuo e onesto col desiderio di tornare un giorno al paese da cui è partito, l’altro abbagliato e corrotto dalle tentazioni di una vita facile e inghiottito in un gorgo che lo trascina sempre più in basso, travolgendo le persone che ama. I due si scontrano con una recitazione estremamente fisica, Galtieri si alterna in diversi ruoli, dalla madre al Duilio, e la Varricchio offre il ritratto sofferto di una Nadia perduta, contesa dall’amore dei due fratelli e a cui viene negata l’ultima speranza di riscatto.
Dopo la settimana in scena al Parenti di Milano lo spettacolo prosegue in tournée fino al 21 marzo toccando i teatri di Teramo, Orsogna, Pescara e Coriano.