
Su il Sipario!
Il Teatro Elfo Puccini di Milano, tra i primi a riaprire, ha riprogettato un cartellone che impegna le sale fino luglio inoltrato (e che potrebbe essere arricchito con altri titoli) cercando di confermare quanti più spettacoli possibili. Ad inaugurare questa Stagione, breve, travagliata e forzatamente interrotta ma che afferma tanta voglia di andare in scena, Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte (4 /16 maggio), Aspettando il telegramma (11/16 maggio), con Luca Toracca, a cui seguiranno Un letto fra le lenticchie (18/30 maggio), Il seme della violenza-The Laramie project (7 giugno/2 luglio), Anatomia comparata (7 /30 giugno), Nel guscio (7/23 luglio).
E sono state confermate anche le ospitalità della compagnia Eco di fondo con La notte di Antigone, che è stato in scena fino al 9 maggio, e di Laura Curino e Renato Sarti con Il rumore del silenzio (11/16 maggio) dedicato alla strage di Piazza Fontana; sono in via di definizione le date della rassegna NUOVE STORIE, cinque spettacoli che il curatore Francesco Frongia ha riunito sotto il titolo Diritto di cronaca e che occuperanno la sala Bausch nei mesi di giugno e luglio.
La ripartenza è stata con un “cavallo di battaglia” del Teatro dell’Elfo: Lo Strano Caso del Cane ucciso a Mezzanotte, dal celebre romanzo di Mark Haddon che Simon Stephens ha adattato per il Teatro, con la regia di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani. Una vicenda narrata attraverso le parole e la visione del protagonista, il quindicenne Christopher affetto da una forma di autismo che vive solo con il padre nella cittadina inglese di Swindon. Tutto si snoda quindi col candore di un ragazzo estraniato dal mondo, secondo l’ordine e la logica che guidano le sue azioni e lo proteggono dalle paure, genio della matematica incapace di reggere i contatti umani.

Tutto inizia quando Christopher, appassionato di gialli e soprattutto di Sherlock Holmes (come si evince dal titolo che è un evidente riferimento a Holmes, ed ancor più dal titolo originale dell’opera), si decide a risolvere il mistero della morte di Wellington, il cane della vicina. Questo lo porta, tra flash back e scoperte, a conoscere altri misteri che avevano offuscato la sua vita. Ed anche a prendere decisioni coraggiose.
La regia di Bruni e De Capitani evidenzia il candore, l’innocenza, l’ordine mentale e la confusione che a tratti lo disorienta e lo angoscia (come il viaggio nella metropolitana londinese) attraverso lo scorrere dei fondali che spesso riportano illustrazioni dello stesso Bruni, come immagini infantili di un libro di fiabe. Come a voler entrare nella testa di Christopher e nelle pagine di quel libro in cui annota puntigliosamente le sue scoperte.
Convincono meno le scene corali, con una forzatura verso il comico che stride un poco con la poesia sospesa che circonda il protagonista. Mirabilmente interpretato dal giovane Daniele Fedeli, fragile e rinchiuso su se stesso, contorto in piccoli gesti convulsi, incredulo nel suo stupore.
Un personaggio struggente al centro di uno spettacolo che si snoda con lievità e mantiene il sorriso.
(Foto di Laila Pozzo)