Teatro Manzoni: si rialza il sipario
17/09/2021
Don’t stop me now cantano i Queen nel trailer che presenta la nuova Stagione al Teatro Manzoni: immagini di una Milano desolatamente vuota che lentamente si ripopola con tanta voglia di vivere e torna a riempire le platee dei teatri. Teatri a cui, purtroppo non è ancora concesso di presentarsi al 100% della loro capienza (assurdità, a giudizio di chi scrive, poiché la richiesta del green pass dovrebbe consentire questo, ed una piena ripresa al mondo dello Spettacolo che troppo duramente è rimasto colpito), ma l’auspicio è di riuscirvi entro la fine dell’anno. Non fermateci ancora, verrebbe da aggiungere. E questo è il secondo auspicio del direttore del Manzoni Alessandro Arnone, che si trova a presentare per la terza volta alcuni spettacoli ora in Cartellone. Luoghi sicuri come i Teatri hanno sofferto di provvedimenti troppo severi e prolungati e se il distanziamento fisico è stato una dolorosa necessità, “distanziamento sociale” è un’espressione orribile che non si dovrebbe mai usare. Delle 170 repliche previste per la scorsa Stagione 168 sono state annullate, ma lo storico Teatro Manzoni è ancora in piedi e con tanta voglia di fare, e lo dimostra un Calendario a dir poco bellissimo, ricco e variegato.
Si comincia il 12 ottobre con Liolà di Pirandello, protagonista Giulio Corso, quindi, nei 100 anni di Giorgio Strehler, Monica Guerritore rende omaggio al Maestro riportando in scena L’anima buona di Sezuan di Bertolt Brecht ispirandosi alla storica regia del 1981.
Gran parte del Calendario 2021/2022 si ispira al Cinema. Troviamo quindi Mine Vaganti con cui Ozpetek trasferisce sul palcoscenico il proprio film (a marzo, ma il cast è ancora in via di definizione) e I Soliti Ignoti dove Giuseppe Zeno (che già era stato protagonista di Il Sorpasso) e Fabio Troiano, nella regia di Vinicio Marchioni e l’adattamento teatrale di Antonio Grosso e Pierpaolo Piciarelli, si confrontano con quel grande classico del nostro Cinema di cui ancora, a distanza di oltre 60 anni, si citano a memoria scene e battute: una vera sfida che attendiamo nel mese di marzo.
Due lavori attesissimi. Il 18 gennaio va finalmente in scena il Don Chisciotte con Alessio Boni e Serra Ylmaz e il 24 febbraio, esattamente 100 anni dopo il suo debutto al Teatro Manzoni (nella sede che fu poi distrutta dai bombardamenti), si rappresenta l’Enrico IV di Pirandello, cavallo di battagli di tanti grandi del Teatro (Ruggero Ruggeri, Romolo Valli, Salvo Randone, Giorgio Albertazzi solo per citarne alcuni). A dare il volto a questo grandioso personaggio che si inventa una follia è Eros Pagni, creando un parallelo sottile con il Prospero de La Tempesta (“E io penso, Monsignore, che i fantasmi, in generale, non siano in fondo che piccole scombinazioni dello spirito: immagini che non si riesce a contenere nei regni del sonno: si scoprono anche nella veglia, di giorno; e fanno paura”).
Si chiude in chiave brillante con Se devi dire una bugia dilla grossa di Ray Cooney in cui la messa in scena di Luigi Russo riprende la regia originale di Pietro Garinei e Paola Quattrini interpreta Natalia per la terza volta, e Montagne Russe con Corrado Tedeschi e Martina Colombari.
Ma come già sappiamo il Teatro Manzoni non è solo Prosa. I divertenti siparietti di Raul Cremona e di Gabriele Pignotta hanno presentato rispettivamente La Magia di Sant’Ambroeus e Toilet, due dei 13 titoli della Sezione Extra. E ancora Manzoni Cabaret e Manzoni Family, dedicata al pubblico dei più piccoli, arricchiscono un Calendario che ci fa già assaporare il piacere dell’attesa.
Gabriella Aguzzi