Il Delitto di Via dell'Orsina

16/12/2021

Riparte in leggerezza Andrée Ruth Shammah, portando in scena, al Teatro Parenti, un classico di Eugène Labiche poco rappresentato in Italia e incentrato sugli equivoci, come da tradizione del vaudeville. Con Giorgio Melazzi ne cura la traduzione e l’adattamento, trasferendo la vicenda in un’ Italia prefascista,  ma conservando la musicalità dei nomi di luoghi e personaggi, e innestandovi scene e spunti presi da altre commedie di Labiche.
Due uomini si risvegliano al mattino, l’uno in casa dell’altro, dopo i bagordi di una festa di cui non ricordano nulla. Con la memoria annebbiata si convincono di essersi resi colpevoli di azioni orrende, per nascondere le quali si rivelano capaci di compiere a poco a poco altre nefandezze. Si ride dunque sui difetti degli uomini, ma di una risata che nasconde l’amarezza di rivelare falsità e ipocrisie. E’ per meglio rappresentare le tinte nere di questa borghesia che la Shammah ha scelto di inquadrarla nell’epoca designata.
Per esprimere il contrasto caratteriale e sociale tra i due protagonisti, l’uno nobile ed elegante e l’altro rozzo e proletario ha scelto due interpreti che pur non avendo mai lavorato assieme rivelano sul palcoscenico una straordinaria alchimia e sprizzano energia e brio: Massimo Dapporto e Antonello Fassari.

Gabriella Aguzzi