C’è un pericolo oscuro là fuori. Una minaccia che ha cambiato l’umanità, sempre in agguato. In una villa al mare cinque sopravvissuti si incontrano e lottano strenuamente per la sopravvivenza. La loro battaglia non è solo contro il nemico oltre le mura (che il testo volutamente lascia non identificato, non sappiamo realmente cosa sia accaduto all’improvviso per ridurre tutti in ginocchio, se ne fanno soli cenni vaghi, tra il terrore, la rassegnazione, la rabbia, il rancore, la disperazione), ma tra gli stessi sopravvissuti, che tra loro si guardano con sospetto e si vedono come esseri umani da salvare o nemici da combattere, e con la loro stessa coscienza, i conflitti interiori di anime ormai lacerate da dolorose scelte.
In questo scenario distopico si svolge “Cafards – Il buio dopo l’alba”, il dramma psicologico di Nick Russo, autore e regista dello spettacolo. Per tre sere al fACTORy32 (il Teatro in zona Navigli ricavato da un vecchio magazzino di tappeti, con un vivace Cartellone di spettacoli interessanti e innovativi) la produzione di
PaT – Passi teatrali, che già sullo stesso palcoscenico aveva riscosso successo con House Macbeth, approda finalmente sulle scene milanesi e possiamo solo auspicare che torni anche nella prossima Stagione.
Intenso, teso, carico di conflitti interpersonali e dubbi morali, questo horror thriller di Nick Russo è spezzato da folgoranti sprazzi di feroce ironia e dialoghi sospesi tra il surreale e l’angoscia di una situazione estrema, mentre si attende una salvezza sempre più impossibile con l’arrivo dell’alba. Le ore passano e l’attesa si fa sempre carica di tensione.
Una tensione palpabile e sconcertante grazie anche alla magnifica interpretazione dei cinque attori in scena: Giacomo Bottoni, Gledis Cinque, Beatrice Gattai, Andrea Pellizzoni e Filippo Tirabassi. Cinque attori che con la loro forza emotiva e la tensione che tra loro scorre rendono l’instabilità di una scelta tra la sopravvivenza e l’autodistruzione, l’amore e l’odio, l’espiazione e la colpa, quando sul baratro di un mondo ormai alla rovina il confine tra Bene e Male si fa sempre più labile. Perché le scelte della vita non sono quelle di un libro game e dagli errori non c’è ritorno. E il buio che spezza i quadri della loro notte infinita è quello della loro anima.