La vita davanti a sé

22/10/2023

“Il romanzo di Romain Gary mi ha travolto e ho sentito la necessità di portarlo in scena. Perché racconta tutte le sfide a cui noi italiani siamo stati sottoposti negli ultimi decenni: la convivenza con etnie diverse, che dev’essere un’opportunità, non una paura isterica dell’altro; l’indagine sul rapporto con la propria madre e l’ansia di costruire un futuro, di dare un senso alla propria vita non avendo nessuno strumento tra le mani.”

Così dichiara Silvio Orlando che cura la riduzione teatrale del toccante romanzo di Romain Gary La Vita davanti a sé, lo dirige, lo interpreta e lo riporta in scena al Teatro Parenti di Milano dove ha già incantato gli spettatori per due Stagioni. 

Un lungo monologo nel quale si cala nei panni sofferenti del piccolo Momò (ma con una dose di ironia che si alterna e si mescola alle pagine più commoventi), bambino arabo affidato alle cure di Madame Rosa, ex prostituta ebrea che accoglie “a pensione” i figli delle  ragazze più sfortunate ma per Momò ha una particolare predilezione. E’ una storia di tenerezze incredibili nello squallore di quello stabile periferico dove si consumano gli ultimi anni di Madame Rosa che nella vita ha visto di tutto, da Auschwitz alla strada, mentre agli occhi ingenui e stupiti di Momò si apre il mondo. E questa storia è raccontata proprio da lui, distorta dalla sua visione di bambino, aggrappato a quell’unico affetto. 

Silvio Orlando, bravissimo ed emozionante, tiene la scena, unico protagonista accompagnato dall’Ensemble dell’Orchestra Terra Madre. E col solo ausilio di poche luci, la scenografia sghemba di una scala condominiale a far da sfondo, e alcuni oggetti scenici attorno a lui tutto si trasforma, diventa il piccolo appartamento fino al quale Madame Rosa arranca col suo peso, il sottoscala che è il suo “rifugio ebreo”, la stanza di doppiaggio con le sue magie dove allo sguardo incantato di Momò il mondo si riavvolge e va alla rovescia.

Lasciatevi toccare dalla grazia di questo racconto, in cui Silvio Orlando entra con leggerezza, tra sorrisi e gridi d’amore.

Gabriella Aguzzi