Teatro nel Teatro, con ironia

15/04/2009

Nessun autore è sempre così attuale come Shakespeare. Le sue opere hanno un valore universale, al di là del tempo in cui sono state scritte. E sono a tal punto patrimonio di tutti da poter essere utilizzate al di fuori del contesto originale. Succede in “To be or not to be” dove il monologo di Amleto diventa momento di divertimento per quanto succede e quello di Shylock in Il mercante di Venezia è perfetto anche in bocca a un ebreo durante il nazismo.
Considerazioni così strettamente legate al teatro ben si adattano a questo testo, perché protagonista è una compagnia di attori polacchi che prova un nuovo testo che mette in scena nazismo e nazisti – siamo alla vigilia dell’invasione della Polonia -, ma sta recitando Amleto, pensa a Macbeth – per carità: porta male! – all’Otello e al Marito ideale di Oscar Wilde. E proprio sulla loro abilità da ottimi attori nel calarsi in ruoli da loro diversi – i nazisti, appunto – si basa tutta la pièce, che non risparmia continue sorprese.
To be or not to be fa convivere teatro e nazismo, con una buona dose di ironia, perché si può riflettere su un periodo tragico della nostra storia anche con un tono lieve e si può ironizzare sulla stupidità. Il teatro diventa così un mezzo per sopravvivere. E infatti anche allora il teatro continuava a vivere, come ben ci racconta un film come “L’ultimo metrò”. In To be or not to be gli spettatori hanno un momento per vivere quella emozione/paura, che doveva essere degli spettatori di allora, quando si immagina un attacco aereo durante una rappresentazione della compagnia.
La commedia di Maria Letizia Compatangelo è tratta da due film, come Vogliamo vivere di Lubitsch e Essere o non essere con Mel Brooks, entrambi con titolo originale To be or not to be. Arriva per la prima volta sui nostri palcoscenici e può contare su una grande compagnia con 18 attori, che spesso entrano in scena passando tra il pubblico in platea. Da non perdere la gag dell’ufficiale che fa alzare tutta una fila di spettatori per abbandonare il posto durante il famoso monologo (con grande disperazione dell’attore che lo recita) per raggiungere la moglie-attrice in camerino. Nei ruoli principali troviamo Giuseppe Pambieri e Daniela Mazzucato, che da soprano interpreta due canzoni appositamente scritte da Nicola Piovani.
To be or not to be (a Milano, al Teatro Manzoni fino al 3 maggio)

Valeria Prina