
La storia si fa spettacolo con Il principe della gioventù, l’opera musical di Riz Ortolani, che ha debuttato con molto successo a Milano all’Arcimboldi. La storia è quella della congiura dei Pazzi, con l’uccisione di Giuliano de’ Medici, ma non del fratello Lorenzo, ricostruita fedelmente in una Firenze stilizzata, ma perfettamente identificabile. Il musical si apre con la partita di calcio che, se per i costumi si ispira più alla fantasia con un contrapporsi di nero e rosso, che anticipa la contrapposizione tra le due famiglie di banchieri, per il clima piuttosto violento si rifà a quello che doveva essere allora il calcio fiorentino. Gli altri costumi che subito dopo dominano la scena sono ispirati alle grandi pitture dell’epoca, a Benozzo Gozzoli e Ghirlandaio, molto colorati. E quanto l’arte sia legata alla storia della famiglia Medici è evidente, se si considera che Benozzo Gozzoli ha affrescato il palazzo della famiglia, mentre Michelangelo realizzerà la tomba di Giuliano de’ Medici. L‘arte dunque ha ispirato Pier Luigi Pizzi nella realizzazione dei costumi, molto variati, coloratissimi, molto belli. Come bella è la scenografia (ugualmente di Pizzi come la regia), più accennata con una cupola del Brunelleschi che, pur virata in rosso, fa ben capire epoca, clima, epilogo storico. Perché la congiura dei Pazzi culmina in Duomo, con l’uccisione di Giuliano, un momento che nell’opera assume connotati di vero pathos. La musica racconta i vari momenti con le splendide voci degli interpreti: viviamo la forza, l’energia, ma anche il romanticismo, il momento sensuale e quello più ironico o buffo.

. Si può sentire la grande tradizione lirica italiana, come la grandezza italiana quando si parla di costumi, scenografia, movimenti scenici, con un utilizzo del palcoscenico in tutta la sua dimensione e anche oltre. Come va crescendo l’opera con il susseguirsi delle scene, così aumenta l’entusiasmo del pubblico, mentre la storia dal rosso si tinge di nero. Ma è storia vera e la musica sa raccontarlo. Senza dimenticare quanto è più conosciuto di Lorenzo il Magnifico, con il brano Quanto è bella giovinezza. E sapendo fin dall’inizio parlare dell’odio di Franceschino de’ Pazzi che dice «ma io vi spezzerò e vi distruggerò lo giuro lo farò», riuscendo con un bellissimo brano magicamente interpretato a dare subito la dimensione dell’imminente tragedia. Fino all’acclamazione finale di Lorenzo il Magnifico, interpretato da Graziano Galatone, che, ancora una volta, conferma di essere un grande protagonista della scena musicale italiana.
Negli altri ruoli troviamo Edoardo Luttazzi (Giuliano), Fioretta è Valentina Spalletta, Franceschino de’ Pazzi è Sandro Querci, Pico della Mirandola è Gianluca Simon, Il Poeta Pulci è Marco Stabile, Fra’ Arlotto è Maurizio Semeraro. Accanto a loro, Donatella Pandimiglio nel ruolo di Cencia.