Sono ben venti le Compagnie che si alternano ogni giorno sulla scena del Teatro Nuovo di Milano per il Festival del Teatro Amatoriale, iniziativa che tiene viva la passione per il Teatro anche nei mesi estivi secondo la tradizione delle grandi capitali europee. In corso fino al 16 luglio, quando si chiuderà con “Amore, follia e morte a Notre Dame” di Fabrizio Fusi ad opera della Compagnia “Noi gli artisti senza nome”, il Festival vede in Cartellone una netta maggioranza di commedie brillanti, con capolavori del genere come “Rumors” e “La Strana Coppia” (nella versione al femminile) di Neil Simon o l’irresistibile “Rumori fuori scena” di Michael Frayn (il 14 luglio, interpretato dall’Accademia di Teamus) o ancora “Ora no, tesoro” e “Se devi dire una bugia dilla grossa” di Ray Cooney (rispettivamente in scena il 7 luglio con la Compagnia Drammatica Concorezzese e il 15 luglio con l’Associazione Il Palcaccio). Si cimentano con il compito più difficile le Compagnie del Festival, perché il teatro brillante, si sa, si fonda su un delicato gioco di ritmi, ma i testi scelti sono i campioni della categoria.
Rientra in questa scelta anche “Quattro matrimoni e un funerale” di Richard Curtis, anche se in Cartellone figura come musical per i numeri musicali (con coreografie originali) che segnano il cambio di scena tra un matrimonio e l’altro. L’Associazione Culturale Napoli Oggi, nata ad Opera oltre vent’anni fa, con il Gruppo “Le Giovani Maschere” vanta numerosi affiatati interpreti che, con brio, ripropongono le scoppiettanti battute rese memorabili dal film di Mike Newell: Antonio Santoro, Morgana Del Vecchio, Maria Cristina Sabatini, Mauro Soffientini, Nadia Bruno, Filippo Cesaris, Sabrina Pengo, Marco Tosi, Maurizio Maggio, Paolo Matti, Maurizio Gualtieri, Giulia La Vecchia, Barbara Ligabo’, Matteo Manca, Massimo Piran, Simone Ruggia, Giancarlo Iacono, Thomas Plebani, Riccardo Buono, Emanuele Botti.
Coraggiosamente la Compagnia si misura con il celeberrimo predecessore cinematografico senza tradire trama, dialogo e spirito e senza che gli interpreti ricalchino Hugh Grant ed Andie MacDowell (e la differenza più netta sta nel personaggio di Fiona che non ha il cinismo ironico di Kristin Scott Thomas), ma lasciando nell’aria un maggior senso di malinconia nell’insistente ed agrodolce ricerca, o attesa, dell’amore, raggiungendone il vertice nella poesia di Wystan Hugh Audenm recitata al funerale di Gareth. Cogliendone a pieno lo spirito gioioso, bizzarro ed il sottofondo malinconico lascia che la trama si snodi di cerimonia in cerimonia in situazione tragicomiche sottolineate da un dialogo di prima classe, senza mai cadere né in forzature comiche né in trappole sdolcinate.