“Parlando di Papā Roberto”: Incontro con Renzo Rossellini

07/12/2011

Cosa permise a Roberto coi suoi primi film (La nave bianca, 1941; Un pilota ritorna, 1942) di rimanere sostanzialmente estraneo al fascismo, anche laddove, come in L'uomo della Croce (1943), parve servirne la propaganda?
La risposta è nei titoli dei film. Sono film di pietà verso le vittime della Guerra, una nave ospedale, un prigioniero di guerra un cappellano militare che deve dare estreme unzioni. Ci sono articoli del periodo fascista che esprimono disprezzo per questi film perché non di propaganda.
Roma città aperta (1945), Paisà (1946), Germania anno zero (1948): come nacque la "trilogia della guerra" e il rapporto con Sergio Amidei?
Sergio Amidei era un amico della resistenza a Roma, insieme a mio padre decisero di realizzare film sul recente passato e descrivere un’Italia che aveva resistito e combattuto contro il Nazi/Fascismo: questo vale per Roma città aperta e Paisà.  Per Germania anno zero, invece,  realizzarono un film di Pietà e Perdono verso il nemico, come premessa di una futura Europa di pace.

Stromboli (1949), Europa '51 (1952), Viaggio in Italia (1953), Giovanna d'Arco al rogo (1954), La paura (1955): come nacque il ciclo dedicato ad Ingrid Bergman e quali risultati diede al cinema italiano?
In questi film Ingrid Bergman non era solo un’attrice una marionetta ma dava molto di se stessa, delle sue convinzioni, della sua intelligenza. Al cinema italiano, ma anche francese, questi film diedero un  contributo fondamentale per fare del Cinema un’arte Adulta.
Amore (1948) e Francesco giullare di Dio (1950): la religione nel cinema di Roberto?
Credo che il cinema di mio padre vada diviso in prima del 1946, quando i suoi figli erano mio fratello maggiore Romano ed io. E dopo il 1946, quando morì mio fratello Romano durante il montaggio di Paisà. La morte del suo figlio primogenito fece precipitare mio padre in un lutto profondo che sicuramente gli pose problemi spirituali verso il mistero della morte. Nei film successivi - Germania anno zero e Europa ’51 - ci sono due bambini che muoiono.

Cosa spinse Roberto a realizzare il film a colori India (1958) e a tornare al tema resistenziale con Il generale Della Rovere (1959)?
Mio padre aveva curiosità enormi e India gli permise di scoprire un’altra gigantesca cultura ed il Colore. Il generale Della Rovere servì soprattutto a pagare i debiti fatti per realizzare India. Mio padre considerava Il generale Della Rovere il più brutto dei suoi film
Come mai Roberto a metà anni Sessanta abbandonò il cinema e si dedicò alla televisione a sfondo storico-didattico?
Mio padre credeva che un potente media come la TV non doveva essere usato per Telequiz e varietà ma per rendere gli uomini più colti, liberati dall’ignoranza. Da ciò l’idea di creare la Prima enciclopedia della Storia, come dalla sua ultima lettera che mi ha inviato nel dicembre 1976,  pochi mesi prima di morire.

Cosa spinse alfine Roberto a riaffacciarsi al cinema con Anno uno (1974), biografia di Alcide De Gasperi, e con Il Messia (1975)?
Fatti tanti film sulla Seconda Guerra Mondiale Anno Uno descrive la ricostruzione nel dopoguerra ed i suoi protagonisti. Ovviamente nel suo progetto enciclopedico non poteva mancare l’arrivo del cristianesimo.
Cosa ti manca oggi di Roberto come padre e come regista?
Mi manca mio padre ed il dialogo con lui. Come regista manca al pianeta un regista capace di rischiare per esprimere contenuti alti.

Alessandro Ticozzi