Bourne: la Saga continua

03/09/2012

La saga di Bourne si arricchisce di un nuovo capitolo, The Bourne Legacy, con il suo ideatore e sceneggiatore della trilogia Tony Gilroy alla regia e con un nuovo protagonista, Jeremy Renner, ormai avvezzo ai ruoli dell’eroe, e pronto a cogliere la difficile eredità, perché i paragoni arriveranno inevitabili. Jeremy Renner e il regista hanno presentato il film in una caldissima Roma estiva, in anticipo di due mesi sull’uscita nelle sale italiane (il 7 settembre arriva sui nostri schermi), insieme a Edward Norton che nel film interpreta il Colonnello Ryc Byer , lo spietato Capo della NRAG.
“Ogni volta che ti addentri in una storia che è stata serializzata devi chiederti la ragione per continuare a raccontarla, se si espande o torna indietro – esordisce Edward Norton – Nel caso di Tony, che ha scritto i primi film, la cosa era ancora più interessante. Mi intrigava vedere come veniva sfruttata questa opportunità di tuffarsi in profondità nei diversi aspetti che caratterizzano i personaggi, esplorando anche le loro idee morali e dando così loro una nuova dimensione”
“Quando ci troviamo davanti a film serializzati in situazioni diverse dobbiamo trovare l’idea giusta per continuare. Così abbiamo preso il background ed esteso il tutto – spiega Tony Gilroy – Dovevo risolvere la situazione di proseguire la saga con un nuovo protagonista. Non doveva essere una replica del precedente e il personaggio si è delineato a poco a poco durante la ricerca. Penso che la maggior differenza tra i due sta nel fatto che Aaron Cross è pconsapevole del mondo in cui agisce ”.
Ma è “il cattivo” di Edward Norton il vero personaggio intrigante e l’attore lo descrive così “Tutte le esperienze più soddisfacenti che ho incontrato sono quelle che coinvolgono personaggi che lottano tra paradossi. Quello che Tony ha scritto è il ritratto di un uomo che ha una sorta di ideali ma sono stati compromessi ed è finito a fare cose che non sono ‘buone’. E’ interessante l’idea di personaggi che compiono azioni malvagie col fine del bene e che quindi affermano di servire il Bene, sono uno specchio del mondo in cui stiamo vivendo oggi e c’è elettricità in questa visione morale. Quello che rende difficile e interessante interpretare un personaggio così è il fatto che non si vede mai come un cattivo”.
Ed è ciò che trova affascinante nel suo lavoro di attore. “Non sono cinico sul mestiere d’attore, lo considero un gran piacere e mi ritengo fortunato a farlo. Raccontare storie alla gente che corre a vederle è sempre bello. Non sono di quelli che amano guardarsi dentro, ma mi piace interpretare personaggi diversi da me compiendo un processo di investigazione, di conoscenza. Un personaggio è già scritto e tu devi osservarlo, capire perché agisce in quel determinato modo e farlo funzionare”. I suoi “cattivi” preferiti? “Tanti, tantissimi. Daniel Day Lewis nel Petroliere, Gene Hackman in Superman, John Huston in Chinatown…”
E Jeremy Renner, che nel film si avventura in una rocambolesca fuga con la dottoressa Rachel Weisz , è attratto dall’idea di misurarsi in qualcosa di diverso rispetto all’action movie? “E’ sempre una sfida per un attore. Potrei interpretare una commedia ma non sono particolarmente interessato. Una tragedia shakespeariana mi interessa decisamente di più”.

Gabriella Aguzzi