I Guardiani della Fantasia

28/11/2012

Guillermo Del Toro sa parlare di infanzia ferita e della capacità di sognare, nonostante tutto, del delicato equilibrio tra sogno e realtà. Ce lo ha detto col bellissimo, angosciante, toccante, “Il Labirinto del Fauno”. Ce lo ha detto con i fantasmi di “La Spina del Diavolo”. Ora, in veste di produttore (per la Dreamworks è già stato produttore esecutivo di grandi successi quali Kung Fu Panda 2 e Il Gatto con gli Stivali), ci parla delle 5 Leggende che guidano “The Rise of the Guardians”: Babbo Natale, la Fatina dei Denti, l’Omino del Sonno che indora di sabbia i sogni dei bambini, il Coniglio Pasquale, ai quali si unisce l’invisibile Jack Frost che porta ilarità coi giochi di neve ma neppure lui conosce la propria leggenda né perché sia stato scelto dall’Uomo della Luna. Cinque Leggende che rischiano di svanire e spegnersi se i bambini non sapranno più credere, come minaccia di fare l’Uomo Nero, trasformando in incubi i sogni e travolgendo tutto nella sua ombra, e a loro sta il compito di proteggerli con ogni forza, perché i bambini non perdano la fantasia. Guillermo Del Toro ce ne parla durante il Festival di Roma, insieme al regista Peter Ramsey.
“E’ un film che lascia ai bambini l’immaginazione – dice – e aiuta gli adulti a sentirsi come bambini. Quando sei bambino pensi che sarai un esploratore o un astronauta e il film lascia la licenza di avere fede, poter essere un intelligente romantico, concede sia ai bambini che agli adulti questa capacità di credere. Viviamo in un mondo spaventato, abbiamo perso le emozioni e il messaggio è appunto questo: continuare a credere”.
Basato sulla storia originale dell’autore illustratore William Joyce e sceneggiato dal drammaturgo Premio Pulitzer David Lindasy-Abaire (l’uscita del film è stata preceduta in libreria dai tre volumi della Fabbri Editori “Le 5 Leggende – La Storia”, “Le 5 Leggende – La Storia Illustrata” e “Le 5 Leggende – Il Libro Gioco”), “The Rise of the Guardians” vive di questo miscuglio di stupori: una fiaba sulla capacità di sognare raccontata attraverso avventura, effetti speciali, magnificenza del 3D, mirabolanti colori, divertimento.
“Abbiamo voluto fondere lo stile del live action cinematografico con epica e mitologia. – spiega Peter Ramsey - Tutto deve succedere nel mondo reale, perché tu ci debba credere. Quindi abbiamo cercato di dare al tutto una vera personalità, di ambientare il film in una città reale e non idealizzata, di mettervi dentro le esperienze infantili. Perché i personaggi della storia sono una sorta di sogno infantile non cedibile”.
Le iconografie del nostro immaginario favolistico e cinematografico rendono Jack Frost e la Fatina dei Denti simili a Peter Pan e Trilli o danno a Pitch l’Uomo Nero le tenebrose sembianze di Voldemort, ma Le 5 Leggende può solo sorprendere con le sue innovazioni narrative e spettacolari. Forse la magia dell’azione finisce con l’avere il sopravvento sull’iniziale magia della favola, ma il risultato è di puro godimento. Gioca la sua parte anche il doppiaggio originale in cui Hugh Jackman  è un Coniglio dall’accento australiano e Jude Law un ammaliante Cattivo. “E’ convincente, accattivante, ti dice quello che vuoi sentire”.
Tutti i personaggi sono costruiti per rappresentare sogni, ricordi, suscitare emozioni – continua il regista – Rappresentano la speranza. Il bello di questa storia è che è semplice, elementare, eppure potente. E non abbiamo neppure voluto trascurare l’ironia”.

Gabriella Aguzzi