
Presente all’anteprima romana il giovane regista Benh Zeitlin ha subito commentato le nomination agli Oscar: «Re della Terra Selvaggia è la mia opera prima e quindi potete immaginare quanto siano state inaspettate le candidature agli Oscar. Quando ci è stata data la notizia io e la mia troupe eravamo nel panico! Ma devo dire che l’Oscar è soltanto una delle soddisfazioni che ci ha portato questo film; da quando è stato proiettato in anteprima mondiale al Sundance Festival 2012 è stato un susseguirsi di successi e tutto questo è arrivato giorno per giorno, inaspettatamente. Quando la piccola Quvenzhanè Wallis ha saputo di aver ricevuto una candidatura all’Oscar, lei mi ha chiesto chi fosse questo Oscar! Per me comunque anche la sola candidatura agli Oscar è una splendida occasione, avrò la possibilità di incontrare e parlare con grandi registi e attori che ho sempre guardato e amato e con i quali sono cresciuto. Essere accostato a loro è già fantastico!».
Poi il regista ci parla del film: «La comunità che ho voluto raccontare è un luogo di libertà, dove le persone sopravvivono alla natura, con la natura stessa. Sono persone coraggiose e con valori molto diversi da quelli della società in cui viviamo. Sono persone che vivono nell’attesa di un uragano, che hanno già perso tutto più di una volta nella loro vita, e che proprio per questo sono più preparati e più forti. Nel sud della Lousiana queste catastrofi accadono spesso e nonostante tutto c’è ancora chi resiste, chi ha capito che per vivere ha bisogno di altro, non della tecnologia o dei vestiti. La Louisiana è natura e la natura è vita; in queste comunità l’uomo deve trovare un’armonia con la natura perché gli dà da vivere, ma allo stesso tempo ha con essa un rapporto ambivalente perché può portargli via tutto, in un istante. Per capire il film bisogna cogliere questo loro spirito. Ovviamente questo è un film e non un documentario e quindi alcuni dettagli della storia tra Hushpuppy e il padre sono più esagerati, ma sempre ispirati a queste comunità. Il percorso che compie Hushpuppy non è una sua crescita, ma è proprio il suo riuscire ad entrare in armonia con la natura. Lei non sta cercando di diventare una brava donna, ma piuttosto un “buon animale”, imparando a vivere e cercarsi il cibo da sola e senza armi, affrontando le difficoltà della vita e quelle della natura. Nel film non c’è nessuna animazione, né tecnologia; ho voluto rispettare la Grande Vasca che appunto sopravvive senza tecnologia e non ho voluto rappresentare scene apocalittiche o surreali. Anche le strane creature, gli Aurochs, sono in realtà maialini vietnamiti addestrati; ho utilizzato degli effetti speciali alla vecchia maniera, c’è soltanto una distorsione degli animali reali con un costume da nutria gigante».
Riguardo al casting e alla scelta degli attori Benh Zeitlin ha spiegato di aver visto circa 4000 persone e di aver trovato la sua Hushpuppy dopo nove mesi di ricerca, ma di esserne stato subito folgorato. «Quvenzhanè Wallis è una bambina di 6 anni che recita come un’adulta. A volte cercavo di spiegarle alcune cose, ero insicuro su come gestirla, ma lei sembrava un’attrice professionista. L’unica differenza tra me e lei era nel linguaggio, a volte usavo delle parole che non conosceva, ma per il resto eravamo davvero molto vicini e ci siamo capiti sempre facilmente».
Sulle ispirazioni e i riferimenti cinematografici invece Benh Zeitlin è chiaro: «Herzog? Malick? Sono certamente grandi registi che ho seguito e che amo, ma non mi sono ispirato a nessun film in particolare, soltanto alle persone delle Grande Vasca e alla natura!».
Re della Terra Selvaggia uscirà nelle sale il prossimo 7 febbraio in 30 copie (che speriamo aumentino presto) distribuito dalla Satine Film.
La Recensione del Film