Ricordiamo il grande Christopher Lee riportando l'incontro di due anni fa al Festival di Locarno, quando ha deliziato il pubblico con aneddoti e racconti sulla sua lunga carriera d’attore. E anche di cantante
Locarno si inchina a Sir Christopher Lee. Quando fu ospite d’eccezione della 66° edizione e premiato nella serata inaugurale del Festival con l'Excellence Award Moët et Chandon, l'allora 91enne attore deliziò il pubblico con aneddoti e racconti, parlando italiano in omaggio alle sue origini (il suo nome completo è Christopher Frank Carandini), ripetendo le imitazioni dei cartoni animati che si scambiava al telefono con Peter Cushing ed esibendosi perfino in un brano del Don Carlos a testimonianza delle sue ancora potenti doti canore. Tutto per sottolineare che Christopher Lee non va solo ricordato come attore horror per la decina di film di genere, su una carriera di ben 276 titoli, che lo hanno reso celebre soprattutto come Conte Dracula, ma è molto altro: fine umorista (ha partecipato al Saturday Night Life), intenso attore drammatico, cantante. “Ho inciso diversi dischi, anche di heavy metal – racconta a chi si stupisce di vederlo in questa veste – la mia bisnonna era conosciuta come l’Usignolo della Tasmania e anch’io 60 anni fa, mentre mi trovavo a Stoccolma e stavo cantando canzoni sciocche con una cantante svedese, sono stato avvicinato con l’invito di darmi all’Opera Lirica, lasciando perdere la carriera d’attore”.
Anche il film che il Festival di Locarno aveva presentato in suo onore, “The Wicker Man” di Robin Hardy, è da Sir Christopher Lee considerato un simbolo della sua carriera e non ha nulla a che vedere col personaggio del Vampiro della produzione Hammer. “E’ il miglior film che abbia fatto e il miglior ruolo che abbia avuto – dichiara – Lo abbiamo girato in Scozia nel ’72 e quando ho letto lo script di Anthony Shaffer mi sono sentito folgorato. E’ la storia di un poliziotto molto religioso, interpretato da Edward Woodward, che indaga sulla scomparsa di una ragazza e capisce che è accaduto qualcosa di terribile. Tutti si mostrano gentili con lui, ma non ottiene nessuna risposta. Io interpreto Lord Summerisle e la sceneggiatura ha dei dialoghi incredibili che abbiamo girato parola per parola, ma quei negativi sono scomparsi e la versione che ha circolato ha subìto molti tagli. Perfino quello che nel DVD figura come Director’s Cut non è la versione integrale originale che è andata persa. Benché sia ancora considerato tra i 10 migliori film inglesi non è quel film meraviglioso che noi abbiamo girato. Io lo reputo il film più importante della mia carriera”.
Un destino che si ripete con la morte di Saruman (ruolo in cui lo ricorda il pubblico più giovane) assurdamente tagliata dalla versione cinematografica. “Il Signore degli Anelli ha segnato un’esperienza meravigliosa. Ho letto il libro nel 55 e gli effetti speciali che si possono realizzare ora hanno dato la possibilità di portarlo sullo schermo. Peter Jackson è un vero genio. Ma anche qui il confronto finale tra il Male e la Compagnia dell’Anello non figura nel film, soltanto in DVD nell’extended version. E la cosa non mi è piaciuta per niente perché è una scena importantissima”.
Si susseguono poi i ricordi dei grandi compagni di lavoro, quegli indimenticabili volti del cinema horror come Boris Karloff (“Era grandioso, splendido come attore e come uomo”), Bela Lugosi (“Non si è mai liberato del ruolo di Dracula, io ho cercato di non restarne catturato”), Peter Cushing (“Era un attore fantastico, penso sempre a lui e parlo sempre di lui con ammirazione, ed era anche un carissimo amico con cui mi piaceva scherzare. Era un uomo incredibile, poteva nello stesso momento accendersi una sigaretta, leggere il giornale e rispondere al telefono”).
Tra bagagli di ricordi la carriera di Christopher Lee ha continua come se i progetti non riuscissero mai ad arrestarsi. Solo negli ultimi dieci anni è apparso in una ventina di titoli e ancora lo scorso anno abbiamo rivisto Saruman nell'ultimo episodio della trilogia de Lo Hobbit. Grazie per la simpatia, l’energia, il calore di questo incontro speciale: è stato un onore conoscerlo.
Foto di Elena Aguzzi