Due grandi Robert a confronto con The Judge

03/11/2014

È stato presentato a Roma nella cornice dell’Hotel Hassler a Trinità dei Monti, The Judge il nuovo film di David Dobkin interpretato Robert Downey Jr. e Robert Duvall. Il film è un dramma famigliare (uscito nelle sale italiane il 23 ottobre) che racconta la storia del giudice Palmer (Duvall) e di suo figlio, l’avvocato Hank Palmer (Downey Jr) che torna nella sua città dopo la morte della madre. Una volta tornato però, l’uomo sarà costretto a riprendere i rapporti con suo padre, sospettato di un omicidio. Ecco cosa ci hanno raccontato del film -tra una battuta e l’altra- i due grandi attori, il regista ed il produttore David Gambino, in una conferenza stampa divertente, come d’altronde ci si aspettava con uno straordinario Robert Downey Jr. e Robert Duvall in splendida forma!

Come siete riusciti a creare quella giusta alchimia famigliare che abbiamo visto sul grande schermo?
Robert Duvall: Abbiamo imparato a conoscerci. Poi sul set ovviamente facciamo quello che ci viene detto, ed è molto facile lavorare con questo tipo di persone, sono davvero dei grandi professionisti. E la sceneggiatura era davvero brillante!
Robert Downey Jr.: Conoscere e frequentare Robert Duvall significa una cosa: mangiare! Lui sa cosa vuol dire mangiare bene. Quello era il suo primo pensiero! Ad ogni modo, la cosa che più ci ha aiutato è che abbiamo passato molto tempo insieme, proprio come una vera famiglia.
David Dobkin: La famiglia è qualcosa di molto importante. Quando ho scritto questo film sono partito dalla mia esperienza, dalla perdita dei miei genitori. Mi sono seduto insieme a Robert e Susan, sua moglie (anche loro produttori del film) che però non è qui perché in attesa del loro secondo figlio. Ci siamo seduti insieme, per creare questa storia e abbiamo sviluppato una storia brillante. Sono molto fortunato ad aver lavorato a questo film e con i migliori attori al mondo.

Che rapporto avevi con tuo padre, regista e sceneggiatore di Hollywood?
Downey Jr: Era uno stronzo! Vuoi davvero sapere quanto è stato stronzo mio padre? Ho avuto un rapporto conflittuale, ma chi non lo ha con suo padre! Però succede anche che se non dai a tuo figlio due dollari magari da grande ti organizza un tributo, proprio come ho fatto io!
David Gambino: Lui è stato davvero un regista rinnegato, e credo ci sia molto di lui in Robert. Non accetta mai la mediocrità, e cerca di trovare nuovi modi per raccontare una storia.

Che cosa vi spinge a scegliere un copione o una parte?
Downey Jr.: Certamente il personaggio, ma anche la storia e di cosa parla il film, con chi devi lavorare. La scelta iniziale comunque ricade sul personaggio e su quanto questo sia diverso dagli altri che hai già interpretato.

Quest’anno saranno vent’anni dalla scomparsa di Massimo Troisi. Avete lavorato insieme in “Hotel Colonial”, qual è il suo ricordo di Massimo?
Duvall: ll film era terribile ma la fotografia eccezionale! Mi ricordo che abbiamo girato in Messico, dove il cibo non è così buono, e noi eravamo disperati! Ho un bellissimo ricordo di Massimo, aveva un ottimo senso dell’umorismo e abbiamo passato degli splendidi momenti insieme.

Vi fidate del sistema giustizia americano?
Downey Jr.: Una domanda semplice, grazie! Credo che sia da un lato un sistema complesso, ma che comunque funziona. Mentre ero in aereo stavo leggendo “L’ascesa e la caduta dell’Impero Romano”: non è cambiato niente da allora…
Dobkin: C’è la giustizia personale e poi il diritto. È complicato quando si intrecciano; il film descrive questo.

Quali sono i programmi della casa di produzione che hai aperto con tua moglie?
Downey Jr: Mia moglie Susan è una produttrice fantastica. Noi riceviamo molte sceneggiature, ma in realtà preferiamo creare. Ci piacciono molto i film drammatici che si svolgono in tribunale, come The Judge, ma anche come il reboot di Perry Mason che vorremmo realizzare. E poi stiamo pensando anche ad una versione moderna di Pinocchio, e Yucatan, tratto da un racconto di Steve McQueen.

C’è ancora spazio ad Hollywood per pellicole come queste?
Gambino: Anche ad Hollywood c’è spazio per film che toccano il cuore, questo film non è un’anomalia, così come il fatto che sia stato realizzato in studio. Siamo in un momento storico dove le persone cercano evasione, due ore di pausa e sollievo prima di tornare nel mondo, ma vogliono anche emozionarsi. Vogliamo continuare a girare pellicole come The Judge, e sono contento che la Warner Bros abbia accettato di realizzarlo.

Silvia Preziosi