
Prima di tutto dimenticate il cartone animato, capolavoro del suo genere, sarebbe stupido oltre che impossibile farne un remake: questa è una nuova versione della favola di Perrault. Poi dimenticate anche la stucchevole moda di rivisitare le fiabe in chiave dark: la Cenerentola di Kenneth Branagh è un film colorato, leggero e scintillante (le recensioni dopo la berlinale hanno usato più di tutti l'aggettivo “sorprendente” )
Ma cosa l'ha spinta più di tutto ad affrontare il progetto?
Chiediamo all'attore-regista britannico, a Milano per presentare il film della Disney, nelle sale italiane dal 12 marzo
“L'idea fondamentale è stata di unire un linguaggio visivo classico con una dinamica umana, diretta e appassionante, mescolare il tradizionale e il moderno. Con gli attori rispetto ai cartoni si aggiungeva una tridimensionalità che doveva riflettersi in un maggiore scavo psicologico. Mi piaceva l'idea di essere insieme realistici e fiabeschi. La storia è identica alla favola tradizionale, la rivoluzione è all'interno, nelle psicologie dei personaggi. Ciò che più mi ha attratto del progetto è stato il personaggio di Cenerentola, non più una semplice vittima in spasmodica attesa di qualcuno che la venga a salvare, ma una donna positiva, sorridente, attiva, artefice del proprio riscatto”
Lei è un autore con un forte background shakespeariano. Cosa c'è del bardo in questo film (qualcuno ha azzardato anche un paragone con Re Lear...)?
(ride) “ Tre figlie, di cui due malvagie e una buona, a caccia di un'eredità.... Beh forse Re Lear viene più richiamato dal personaggio di Kent che era coraggioso e gentile, virtù qui al centro della pellicola, ma io vedo maggiormente un debito con le opere tarde di Shakespeare, come Racconto d'inverno e La tempesta, che avevano molti aspetti fiabeschi. Soprattutto di shakespeariano c'è la capacità di raccontare storie: lui stesso guardava ai grandi narratori e, negli ultimi tempi, a un intrattenimento lieve. Ecco, direi che il mio background shakespeariano mi ha insegnato a prendere seriamente le favole”
Qual'è il processo dietro alle sue trasposizioni letterarie, il filo conduttore?
“Se ci penso, vedo che tanto Amleto quanto Thor, Enrico V e Cenerentola son tutti dei ragazzi con problemi familiari, che diventano adulti, per cui direi che il fil rouge delle mie pellicole, dei miei personaggi, è il passaggio all'età adulta, e mi piace mettere questo passaggio sullo sfondo di qualcosa di epico, di fiabesco, per esempio penso al Flauto Magico”
L'attenzione si sposta poi sulla sequenza del ballo, girata in una sontuosa scenografia non disegnata al computer ma grandiosamente realizzata dal vero, opera magistrale di Dante Ferretti con la collaborazione di Francesca Loschiavo, una scenografia in grado di stupire non solo lo spettatore ma anche attori e tecnici
“Non c'è stato nemmeno bisogno di recitare – sottolinea l'astro nascente Lily James, indovinata Cenerentola – è stata una sequenza magica, mi son trovata proiettata nella favola grazie anche alle musiche suonate dal vivo. L'unica preoccupazione e ingombro è stato il vestito, così ampio...ma alla fine del ballo è stato come risvegliarsi da un sogno, e ho visto che anche tecnici scafati erano lì coi lucciconi!”
Come è stato il vostro rapporto con Branagh e come vi ha aiutati a costruire il vostro personaggio?
Lily James: “Ho immediatamente capito cosa voleva da me al primo incontro, è stato molto preciso e incoraggiante, sapeva come realizzarlo e come coinvolgerti, con un tono di leggerezza e autenticità. Mi ha consigliato di guardare delle commedie, per non fare una principessa svenevole e sfigata, ma divertente e in qualche modo sexy. In più mi sono immersa nelle atmosfere Disney riguardandomi i vecchi film: alla sera andavo a letto cantando le canzoni!”
Richard Madden (il principe): “Ken è stato un ottimo maestro e gentleman, mi ha dato sempre supporto e credito: anzi ho accettato il progetto proprio perché era lui a dirigere, un attore e un regista che ho sempre amato. Mi ha aiutato come attore e come uomo, recitare con lui è stato come partecipare a un masterclass quotidiano. Per interpretare il principe ho letto molto: lo scopo era di fare qualcosa di magico, divertente, fiabesco, ma al contempo realistico, coi piedi per terra. Per ciò non mi sono basato su un modello particolare, ma su un'idea: i principi dei regni minori, tipo il principato di Monaco, e ho trovato che la loro caratteristica comune è che cercano di mettere le persone a proprio agio. E poi mi sono ispirato a Kenneth stesso, direi che c'è molto di lui nel principe”
La morale del film è “be kind and gentle”: è un consiglio ancora valido oggigiorno?
“E' difficile ma necessario. Questi messaggi vanno contro il cinismo attuale, ed è per questo che sono ancora più importanti. Nella vita occorre essere positivi”

“Credo che sia un messaggio semplice, ma ancora più importante oggi, che siamo travolti dalla frenesia. A 25 anni non si può non crederci. Credo che attraverso la bontà riesci a star meglio, è questo che bisogna insegnare ai ragazzi di oggi. Credo che coraggio e gentilezza siano delle virtù fondamentali, ed è questo che sinceramente mi ha attratto del personaggio”
Ribadisce Lily James quando la incontriamo più tardi a tu per tu, assieme a Richard Madden. Beve té e sorride, graziosamente vestita di rosso, mentre lui indossa un completo blu come i suoi occhi, con una fantasia tipo tartan, a ricordare le sue origini scozzesi. Sono gentili, belli, affiatati, già con un cospicuo seguito di fans, e Branagh sta accarezzando l'idea di tornare a dirigerli in un prossimo “Giulietta e Romeo”
“Bisogna sempre trovare il lato positivo nella propria vita – sottolinea Madden – e da lì partire per migliorarla. Penso che sia un messaggio realistico e pertinente, e se tutti noi riuscissimo a essere più gentili e positivi il mondo sarebbe sicuramente migliore. Cenerentola incarna tutto ciò, perché cerca di trarre il meglio da tutto, al contrario della matrigna che meschinamente rovina tutto ciò che ha di buono”
Richard, prima hai detto che recitare con Branagh è stato un insegnamento continuo: cosa hai imparato di più?
“La cosa più importante che ho imparato è stato come comportarsi sul set a luci spente, il senso di impegno continuo. Questo rende persone e attori migliori ed è stata la scuola di grandi artisti come Kenneth o Helena Bonham Carter”
Cosa vi è piaciuto di più dei vostri personaggi?
Lily “ Il fatto che lei sia sorridente e positiva, ma non una sciocca ingenua: non avrebbe potuto esserlo dopo le esperienze che ha vissuto. La mia Cenerentola è una ragazza che fa delle scelte: sceglie di restare in quella casa per restare vicino alla memoria dei genitori, ma sceglie anche di essere ottimista”
Richard: “Finalmente il principe è un individuo che ha una personalità: ho cercato di dargli sense of humor, sensibilità e la capacità di comprendere i propri privilegi”
Cosa si prova a interpretare personaggi iconici?
“All'inizio ero elettrizzata, quasi isterica di gioia, ma allo stesso tempo ero terrorizzata all'idea che avrei potuto infrangere i sogni d'infanzia, ma Ken ha saputo darci equilibrio e spessore”
Quale altro personaggio Disney vi piacerebbe interpretare?
Richard: “Aladdin!”
Lily: “Mi piacerebbe un remake della Sirenetta...ma nei panni di Ursula!”
La Recensione del Film