
E’ bellissima, splendida, perfetta. E’ lei la vera Regina, algida e malvagia, rinata con potere malefico dai frammenti dello Specchio, non la Regina di Ghiaccio che le sta al fianco. Ma al film di Biancaneve e il Cacciatore si sentiva il bisogno di inventare un sequel. O un prequel. Incerti sul da farsi si è prodotto un ibrido che parte come un antefatto, e inventa a Ravenna una sorella che, tradita, ghiaccia tutto ciò che tocca e crea un esercito senza sentimenti, e per l’altra parte torna nel Regno di Biancaneve, ma elimina Biancaneve dalla narrazione e mette un’altra eroina al fianco del Cacciatore, la moglie che lui piangeva morta. Insieme dovranno fermare le due Regine del Male nuovamente riunite. Il film di Cedric Nicolas-Troyan trabocca quindi di protagoniste femminili – accanto a Charlize Theron Emily Blunt interpreta la Regina di Ghiaccio e Jessica Chastain la Guerriera – con la sola presenza maschile del Cacciatore Chris Hemsworth sul cui passato va ad indagare.
Su questo nuova visione del mondo delle favole e su questo ritorno Charlize Theron ha molto da raccontare, nella Sala Conferenze del Principe & Savoia.
“E’ stato eccitante per me, come attrice, avere l’occasione di fare un sequel ed esplorare questo mondo magico in modo più ampio. Quando ho interpretato Ravenna per la prima volta avevo in mente l’immaginario classico della Regina Cattiva e ho cercato di apparire l’esatto opposto. Era un rischio, ma quando fai qualcosa di così iconico è affascinante portare qualcosa di nuovo e contemporaneo, cercare di non essere datati. Nel secondo film le dinamiche sono le stesse, ma si entra maggiormente nei dettagli.
Quando guardi le favole oggi e le traduci ad un nuovo pubblico, scopri qualcosa che non coglievi da bambina e come siano contemporanee nei loro messaggi, come possano riflettere la società e i suoi problemi. Il lavoro è trovare qualcosa di più profondo, di più forte dietro lo ‘specchio specchio delle mie brame...’, esplorare il confine tra Bene e Male, Luce e Oscurità”.
E in quanto alla graduale scomparsa della figura del Principe Azzurro dall’universo fiabesco contemporaneo così commenta:
“Non ritengo che femminismo voglia dire odiare gli uomini, ma presentarli in uguale maniera. Abbiamo avuto anni e anni di Principi Azzurri ma ci sono altre diverse forme d’amore da mostrare, come l’amore tra sorelle. E’ tempo anche per i bambini di conoscere altre forme d’amore, oltre a quello romantico. Non bisogna eliminare totalmente i Principi Azzurri, ma trovare un equilibrio. Io sono una femminista che ama gli uomini, ma è una ventata d’aria fresca trovare qualche favola senza Principe Azzurro”.