Due tipi simpatici

09/06/2016

Si sono fatti un nome con bellissime interpretazioni dal registro fortemente drammatico. Ora si intendono a meraviglia duettando su toni leggeri. Ma si sono divertiti come si divertono ora gli spettatori a vederli, o è stata una faticaccia?
“E' sempre uguale: essere serio o essere divertente richiede sempre lo stesso sforzo e concentrazione. Vedere la serietà e attenzione al dettaglio di Ryan mi ha aiutato e in qualche modo ispirato” “Spero d'essere sempre riuscito a infondere un po' di humor nel dramma, e un po' di riflessione nella commedia. Odio quando in un film drammatico si assiste ad una specie di asportazione chirurgica del comico. In realtà è proprio l'incontro tra i due toni che ti dà il cazzotto emotivo necessario” “Sono d'accordo. In fondo anche in un cartoon o in Stanlio e Ollio vi sono violenza e crudeltà, e ne Il gladiatore faccio ridere quando taglio una testa usando due spade... La differenza tra l'affrontare un genere piuttosto che l'altro è che la commedia sai sempre da subito se funziona o no, mentre la drammaticità ha bisogno di una corrispondenza emotiva: una situazione fa piangere se c'è qualcuno in sala che piange... Comunque, per tornare al nostro set, credo che la cosa sia stata resa più facile dalla sintonia tra tutti, dal senso di fiducia. Per esempio, nonostante la sceneggiatura fosse perfetta, il regista ci ha lasciato la libertà di contribuire e di improvvisare un po', e questo è molto bello”
Sono Russell Crowe e Ryan Gosling che parlano. Il film che stanno promuovendo è “The nice guys” e la sintonia tra loro, regista (Shane Black) e produttore (il mitico Joel Silver) è subito evidente da come si rimpallano le risposte o si lanciano battute.
Pare che i siparietti comici siano d'ordinanza nelle presentazioni stampa dei film americani, ma qui i motti sul sex appeal di Gosling, o sul fatto che faccia da agente a Silver, o il tormentone sul “Giovane Ercole” sono particolarmente riusciti grazie alla naturale ironia degli interpreti.
Crowe però non perde di vista la necessità di dare un senso al discorso e non fare solo cabaret.
“Cantare per me è un divertimento, ancora oggi mi esibisco con la band ma più per me stesso che per la carriera, a volte i concerti non stiamo neanche ad annunciarli, chi c'è per caso li segue, non c'è bisogno di avere recensioni o grandi incassi. Il bello del recitare è invece la possibilità di cambiare ruoli, e non avvertire il tempo che passa. Certo me ne accorgo quando mi ritrovo di fronte a registi più giovani di me, ma non è una cosa che si riflette troppo nei ruoli: ero ancora molto giovane quando ho fatto la parte di un anziano, per esempio, è sperimentare qualcosa di diverso da te, cambiare personalità... Però i film li scelgo per le storie, non mi dico 'Mi manca questo tipo di personaggio, devo fare questa cosa', una bella sceneggiatura conta di più di un ruolo"

Vi siete ispirati a qualche “buddy movie”?
La risposta è praticamente all'unisono “ Non ci siamo ispirati a coppie particolari, anche se chiaramente avevamo ben presente i vari Laurel e Hardy, Abbott e Costello, Lemmon e Mathhau ecc. Per esempio le differenze fisiche tra i due che vanno enfatizzate, certe dinamiche di potere... Però era tutto in sceneggiatura, ci è bastato seguire il copione e i personaggi sono venuti fuori da lì, erano scritti molto bene”
Vi piacerebbe tornare a dirigere un film?
Gosling: “Sì, ho già un film in preparazione che spero di poter realizzare l'anno prossimo” e scherza poi sul fatto che come interprete vorrebbe Joel Silver (“Se dovessero dare un oscar al miglior interprete di “dietro le quinte” lui vincerebbe senz'altro”)
Crowe: “ Al momento non ho progetti ma mi piacerebbe, mi sento a mio agio come attore solo quando sto dietro la macchina da presa, mi piace avere il controllo di ciò che succede. Devo però trovare il copione giusto, vorrei fare un film grandioso, non quattro persone in una stanza”
E' difficile trovare ruoli originali nella Hollywood di oggi, che ormai sforna solo prequel, sequel e remake?
Gosling: “ Da ragazzino mi piaceva vedere i sequel per seguire il personaggio che cresce, vederlo cambiare ed evolversi, e anche ora come attore mi sento stimolato ad approfondire un ruolo nel tempo. Le serie tv di qualità come I Soprano sono una grande opportunità per un attore, perché non ti bruci un personaggio nello spazio di due ore, ma hai modo di svilupparlo. Sicuramente è un piacere trovare storie e ruoli nuovi, come nel caso corrente, ma anche rifare Blade Runner è bello, poter affrontare un ruolo che ti ha emozionato da spettatore e riproporlo dal tuo punto di vista, con la tua sensibilità,  è elettrizzante”
A teatro – continua Russell Crowe – è normale rifare le stesse storie e gli stessi personaggi, nessuno ti dice che non è il caso di fare un 'remake' di Amleto! Anche negli anni '50, poi, la Universal era genialmente ritornata sugli stessi personaggi, i mostri, facendoli incontrare tra loro o dando un seguito alle loro storie, ed è bello vedere anche quello che c'era prima o ci sarà dopo a una storia che ti viene presentata. Anche dal punto di vista creativo è affascinante: mi piace essere il dottor Jackill da una prospettiva diversa da quella di Spencer Tracy, rivedere un personaggio e rivitalizzarlo facendolo diventare una sorta di storia nuova”

Foto di Elena Aguzzi

Elena Aguzzi