Nanni Moretti in DVD

01/01/2008

Dai primi film che hanno caratterizzato gli Anni Settanta, “Io sono un autarchico” e “Ecce Bombo”, a “la Stanza del figlio” il percorso di Nanni Moretti è mutato sia nello stile narrativo che nel personaggio che ne attraversa le storie, anche se è un percorso tutto unico e particolare nell’impronta semiautobiografica. Risulta evidente dalla galleria di titoli in uscita in DVD (5 ora e 4 a febbraio) che parte appunto dal 76 fino al toccante “La Stanza del figlio” e comprende anche due film che vedono Moretti protagonista, “Il Portaborse” di Luchetti e “La seconda volta” di Calopresti. Una collana che lo stesso Moretti ha seguito personalmente e si presenta ricca di inserti speciali inediti, come il video dell’ultimo campionato di pallanuoto giocato da Moretti, in “Palombella Rossa”, o alcuni suoi mediometraggi. Personaggi, dicevamo, che rispecchiano le sue ossessioni e fobie, che vivono in una loro realtà, ma che, osservati insieme, mutano nel corso del tempo.

Molti personaggi mi vengono in mente proprio perché non mi estraneo dalla realtà. Bisogna saper guardare i propri difetti e i propri vittimismi, i propri meccanismi sempre uguali in cui ricaschi sempre – racconta Moretti – A volte sono in contrasto con la realtà degli amici che li circondano, ma fanno parte di un’unica medaglia. Da un certo momento in poi ho voluto cambiare personaggio, non volevo ripeterlo all’infinito, e così è diventato più indulgente, non si è incazzato più. A volte resta poco adeguato alla realtà che lo circonda, ma non è un estraneo
E così è accaduto anche per le storie.
Quando come spettatore ho iniziato ad emozionarmi di più, anche come regista ho dato più importanza alle storie e ho cercato dei collaboratori per staccarmi da me. Con “Palombella Rossa” però ho voluto sentirmi narrativamente libero e non potevo scriverlo che da me. Uno sceneggiatore, anche bravo, mi avrebbe portato su una strada più convenzionale
E così ecco, film per film, le idee d’origine, i segreti, i retroscena, gli spunti insospettati, i motivi ispiratori.

“La Messa è finita”
Volevo un personaggio che non fosse rappresentativo di tutti i preti, ma quel personaggio lì. Ho fatto anche poche inchieste nel mondo dei sacerdoti perché volevo raccontare quella particolare storia. La prima immagine a cui ho pensato è stata quella di Montgomery Clift in “Io Confesso”. Avevo in mente un prete con la tonaca, lo volevo così
“Palombella Rossa”
In un primo momento la storia doveva svolgersi in un cinema, ma quell’anno stavano girando già 4 film ambientati in sale cinematografiche. Poi visto che volevo inserire pezzi della mia vita nel film ho pensato di inserire quell’idea che avevo da un po’ di un regista che gioca a pallanuoto
“Bianca”
Mi vengono in mente delle scene e penso: voglio che questa scena ci sia nel mio prossimo film. E cerco di cacciarcela dentro. Quando in “Bianca” abbiamo pensato alla trama gialla ho buttato dentro la scena delle scarpe
“La Stanza del figlio”
Più si va avanti con gli anni più si pensa alla morte. E un film può essere autobiografico anche raccontando qualcosa che hai paura che succeda. Volevo interpretare uno psicanalista e volevo vedere cosa poteva succedere a un personaggio che si confronta ogni giorno col dolore degli altri, una volta messo davanti al dolore più grande. E la cosa più evidente era che non sarebbe più riuscito ad andare avanti col lavoro, per il rischio di essere troppo vicino o troppo lontano dal loro dolore”.

Gabriella Aguzzi