Buon Compleanno, Anteo!

14/05/2019

L’ Anteo di Milano festeggia 40 anni di buon Cinema e spegne 40 candeline.
La sala cinematografica che nei primi Anni Ottanta si è posta come Cinema d’Essai ed è cresciuta nel tempo senza mai abbandonare la qualità, diventando “fabbrica di talenti”, ha festeggiato il suo 40° compleanno in compagnia di un pubblico appassionato, di protagonisti del Cinema milanese, critici cinematografici e, naturalmente, di chi nel ’79 ha coraggiosamente dato inizio all’avventura. Un’intera giornata di proiezioni, a prezzi scontatissimi, con film che hanno fatto la storia dell’Anteo, i primi messi in Cartellone, grandi classici, omaggi ai Maestri italiani recentemente scomparsi, nuove pellicole in programmazione, il rituale taglio della torta nell’affollatissimo foyer e tre incontri: Maurizio Nichetti, Silvio Soldini, Gabriele Salvatores.
Si festeggiava, infatti, un altro quarantesimo compleanno, quello di Ratataplan. Maurizio Nichetti, sempre simpatico e divertente, ha raccontato al pubblico alcuni aneddoti di quando fu girato e proposto a Cristaldi “Dopo i film che avevano messo in luce Nanni Moretti tutti parlavano di una nuova generazione, ma io non volevo passare come un emulo di Moretti, e poi venivo dal fumetto, conoscevo a memoria i film di Stanlio e Ollio, Chaplin, Buster Keaton, e non sapevo scrivere dialoghi ma gag, ero sicuro di saper girare un film muto, ma il problema era convincere i produttori. Così per presentarlo ho girato Magic Show, un cortometraggio di 45 minuti le cui scene sono poi la parte centrale del film. Credo che sia l’unico esempio di film girato due volte, con gli stessi attori, negli stessi luoghi, in due stagioni diverse. Cristaldi poi voleva che cambiassi il titolo, a cui io ero affezionato, allora gli ho proposto dei titoli pessimi, perché alla fine dicesse: forse è meglio lasciare Ratataplan”.
In questi 40 anni tanti film, giurie ai festival, scuole di cinema, nuove esperienze. “Credo che lavorare coi ragazzi sia una sfida quotidiana che ti obbliga a rimanere aggiornato, a capire come cambia il pubblico, a guardare al futuro con curiosità e non il passato con rimpianto”.

“Purtroppo vado al cinema meno di quando avevo 30 e ancora meno di quando ne avevo 25 e a New York ne vedevo due al giorno, ma cerco sempre di recuperarli e quando posso vado a vederli in sala, mi piace misurarmi coi film di altri registi” dice Silvio Soldini. Di lui si è proiettato “Pane e Tulipani”, girato vent’anni fa. “Avevo scelto attori non celebri per la commedia e non riuscirei ad immaginarmi quel film senza di loro. Volevo dare spazio ad una parte di me più giocosa ed ironica. Dopo quel film ho voluto tornare altre volte alla commedia, anche su piani più surreali. Rivedendolo mi sono accorto di quanto funzioni nella sua semplicità, ha un non so che che lo fa molto amare, forse perché tocca il tema della voglia di cambiare vita che ci coinvolge un po’ tutti”.
Infine di Salvatores si è riproposto il bellissimo “Io non ho paura”, il primo che ha portato il regista a lavorare con giovanissimi protagonisti, ed infatti è girato “ad altezza di bambino”, dove le cose sono osservate con il loro sguardo. Il regista italiano che più di tutti è passato per generi cinematografici diversi descrive il piacere che sempre si prova in una sala cinematografica “La magia della sala ti fa vivere due ore in maniera non interattiva, devi dedicare del tempo al film e provare il piacere di essere passivi. In fondo è il mito delle ombre della caverna di Platone che si ripete perché il potere del Cinema è quello di rievocare fantasmi”.

Gabriella Aguzzi