Una nuova sede festeggiata assieme al 25° compleanno di attività, un seminario on line su Cyrano... Sono alcune delle attività con cui Teatri Possibili ha dimostrato che il Teatro vive, nonostante le chiusure patite che lo hanno costretto per troppi mesi al silenzio, in attesa di rialzare finalmente il sipario.
Era infatti l’aprile del 1996 quando un gruppo di artisti, guidati dall’attore e regista Corrado D’Elia, fondavano in una piccola sala di Via Aleardi a Milano, in piena zona Chinatown, l’associazione Teatri Possibili. Era l’inizio di un movimento che ha caratterizzato la storia del teatro degli ultimi anni. La gestione del Teatro Olmetto e del Teatro Libero, le priduzioni teatrali seguite da un pubblico affezionato, la scuola di formazione per attori sono alcuni dei progetti che hanno caratterizzato questo pubblico per un quarto di secolo.
Ed arriviamo oggi. A come far sentire sempre la propria voce anche quando la Cultura rischia di essere penalizzata. Perché gli artisti trovano sempre il modo di reinventarsi e farsi sentire. Ne abbiamo parlato con Corrado D’Elia.
“Siamo chiusi ormai da 13 mesi, siamo riusciti a bucare questa parentesi solo quando si poteva, a ottobre, con uno spettacolo su Beethoven al Teatro Litta. Il Teatro è fermo ma un artista non può stare fermo, gli artisti continuano a provare, a pensare, a immaginare nuovi mondi, e noi abbiamo fatto quello che era in nostro potere”
E così è nato il seminario on line su Cyrano. Con un pubblico (o un parco allievi?) variegato, di diverse formazioni, ma con una grande passione comune: il Teatro. Un po’ un ibrido tra la prova teatrale e la scuola. Del celebre ed acclamato spettacolo tutti i partecipanti diventano protagonisti, calandosi a turno nei diversi ruoli, partecipando alle scene corali come ai monologhi immortali, scoprendone i segreti. Si gioca sul ritmo, sull’incalzare delle battute, come una partitura. Perché il Teatro è sentimento e tecnica e questo è il proposito del seminario teatrale, come Corrado D’Elia ben ci spiega.
“Parte proprio dalla volontà di riuscire in questo momento in cui da tanto tempo i teatri sono chiusi e le persone non hanno la possibilità di incontrare la parola e l’immagine teatrale, di avvicinarmi a un pubblico eterogeneo. Alcuni sono attori, alcuni amanti del teatro, mi piaceva l’idea di coinvolgere un gruppo all’incontro, mi appassiona molto l’idea di accompagnare il pubblico a teatro e fargli scoprire cose, un’azione di formazione dello spettatore. Perché a volte c’è passione, ma non si è formati, come accade nell’arte. Invece quello che mi piace fare è mostrare a chi prova per il Teatro un rapporto istintivo anche il punto di vista tecnico. Se vedi Van Gogh ti emoziona, ma poi se conosci la vita di Van Gogh capisci perché ha dipinto quella sedia e l’ha messa in quel punto e allora il quadro lo capisci e lo apprezzi di più; ecco, la stessa cosa avviene col fare del teatro. Come hai visto proviamo come fossimo degli attori, facciamo un percorso.”
Non è un caso che sia stato scelto Cyrano, il “cavallo di battaglia” di Corrado D’Elia. Anche il suo Cyrano ha quasi 25 anni. Quindi è un omaggio, nel 25° compleanno di Teatri Possibili, intitolare il seminario teatrale proprio al suo più grande successo.
“Cyrano è uno degli spettacoli che più ho portato in giro e mi ha maggiormente coinvolto. E’ anche vero che sono passati quasi 25 anni e poiché la Compagnia compie 25 anni era un bel segno. Mi diverto molto a fare questa operazione, ci metto la passione, la mia esperienza e anche l’esperienza nell’insegnare, è una bella vocazione ed è un bel gesto perché trasmetti le cose che hai imparato da altri insegnanti, è qualcosa che penso faccia bene al Teatro. Mi pongo molto in ascolto con i partecipanti cercando di coordinarli e di fare uscire l’emozione, il ritmo.”
“Dopo tanti anni così ti colpisce di più in questo personaggio grandioso, che inizia spavaldo e poi se ne scopre il lato dolente, la malinconia profonda, quest’uomo che vive ed ama nell’ombra? E cosa vuoi trasmettere?”
“Davvero Cyrano è un personaggio che ama, che sente, che muore in scena, è a metà tra una tragedia e una commedia. Ci sembrava interessante raccontarlo ma raccontare anche che il teatro è una cosa faticosa, ha delle regole e con questo pubblico mi pongo a metà come regista e insegnante. Quando è nato 25 anni fa quello che volevamo fare era riuscire a raccontarlo in modo diverso. A volte appare lento e pomposo, lo si pensa tutto cappe, trine è piume. Quello che volevamo fare invece era partire dall’attore, raccontare una drammaturgia d’attore, quindi sostanzialmente portare movimenti veloci, invenzioni, togliere tutte quelle pesantezze che a mio pare lo snaturano. Da qui la scelta di lavorare su una traduzione in prosa e non in versi, più posata e più moderata da cui partire. Quello spettacolo andò bene e costruì una Compagnia, un’esperienza importante. Tolti gli orpelli, portandolo su un piano spoglio e inclinato e con una traduzione diretta, senza rime rimane il testo che davvero ti commuove.”
“Altre iniziative per restare vivi in questi lunghi mesi oscuri?”
“Sto scrivendo un testo su Steve Jobs, grande inventore di quello che possediamo, una figura anche criticata: volevo evidenziare la solitudine dell’inventore e al pari dei grandi geni a un certo punto non distingue l’arte e la vita, arte e vita diventano la stessa cosa. Tutta la giornata rientra in questa fase creativa che è totale, perché il genio non si ferma e smette di pensare alla sua creatura, l’opera d’arte di un genio è la sua vita. Sto inoltre scrivendo un saggio sull’arte della regia e un testo sui Grandi Maestri, quelli che penso siano i grandi maestri del teatro europeo contemporaneo, perché in questo tempo in cui non ci sono punti di riferimento tornare ai grandi maestri vuol dire tornare a noi stessi. E poi molte attività on line come hanno fatto tutti: dibattiti on line, racconti on line....”
E l’inaugurazione della nuova sede, in via Voghera 9 a Milano, che è coincisa con la festa di compleanno. Un’inaugurazione virtuale con tanti ospiti, bella, partecipe, sentita.
“Questa cosa è nata da una piccola sfortuna, la nostra sede storica in via Savona 10 è stata comprata da un grande gruppo immobiliare che ci ha comunicato che non avrebbe rinnovato i contratti e a quel punto presi alla sprovvista abbiamo cercato un posto che fosse sempre nella zona milanese Savona, Tortona, Solari, che potesse insomma mantenere quell’avamposto artistico e a 100 passi da lì abbiamo trovato uno spazio che però doveva essere risistemato tutto, non c’era neppure il riscaldamento. Abbiamo così lanciato una campagna di crowdfunding e grazie al pubblico affezionato che abbiamo si è potuto inaugurare la nuova sede”
E allora non resta che dire: A presto...e su il Sipario!