Milano Palermo 11 anni dopo

01/01/2008

La goliardia è la parola chiave. Se molti dei protagonisti di “Milano Palermo” si sono riuniti 11 anni dopo per girarne il ritorno (non tutti, perché parecchi personaggi sono morti nel primo capitolo) il lavoro è andato avanti in un clima divertente che li ha fatti superare ostacoli e difficoltà. “Se lo slogan del film è ‘la paura li ha fatti diventare uomini, il coraggio li ha resi eroi’ possiamo dire che anche fare questo film, intraprendere questa mission impossible, è stato da eroi – dice scherzosamente il regista Claudio Fragasso – Ritrovarsi dopo 11 anni a ripercorrere un sentiero già percorso nella fiction italiana e realizzare un film diverso nell’ambito del cinema di genere, puntando più sui sentimenti che sull’action e la suspence, era una sfida difficile. Ce l’abbiamo fatta per il clima di goliardia che si è creato”.
Clima che racconta anche Giancarlo Giannini, sopraggiunto a fine incontro stampa con un ingresso ad effetto. “Il divertimento è alla base di chi fa questo mestiere. Siamo attori allegri, mi piace l’allegria”. E racconta di scherzi e gavettoni ai danni del regista.
Ma cosa è cambiato, dopo 11 anni, nei personaggi e nel mondo intorno a loro? Come li ritroviamo? chiediamo a regista e interpreti. “Nel primo film erano ragazzi intorno ai vent’anni, erano dei giovani inesperti, dopo 11 anni hanno un’altra esperienza, quindi ti aspetti da loro altre cose e quindi la storia cambia dal punto di vista strutturale, cambia il tessuto – spiega Fragasso - C’è l’amicizia che li lega, un amore inespresso vissuto in condizioni difficili
Tra Chiara e Nino nasce quell’intesa che capita a volte nei programmi di protezione, quando il protetto cerca un punto di riferimento, ma Chiara è la moglie di un amico, quindi c’è il rimorso e un amore che rimane in sospeso. Ecco, il cambiamento più forte è questo: per la prima volta Nino cede. Nel primo film era un uomo tutto d’un pezzo, ora ha un cedimento nei confronti di un amico e del proprio ruolo” risponde Raoul Bova.
E conclude “Questo era stato per noi l’inizio di tante storie e tante situazioni. Eravamo ragazzi anche noi e abbiamo vissuto in parallelo l’importanza della loro missione”.

Gabriella Aguzzi