Un supereroe a Roma

03/05/2008

Iron Man è stato presentato ai giornalisti italiani a Roma dal regista Jon Favreau, e dagli attori Robert Downey Jr., Gwyneth Paltrow e Terrence Howard. Il film uscirà il 1 maggio nelle sale italiane. Iron Man, fumetto creato da Stan Lee nel 1963, ha come protagonista un ingegnere miliardario, Tony Stark, produttore d'armi per l'esercito americano. L'esercito americano è per altro tra gli sponsor di questa costosa pellicola, non a caso Robert Downey accenna al fatto che ci sono state delle restrizioni ed ingerenze da parte di chi ha pagato non per amore del cinema ma probabilmente, detta in maniera brutale, per poter porre un veto quando gli argomenti erano trattati in un modo non gradito. Ma ecco le parole degli attori e del regista. Iron Man è un film su un supereroe, ma anche una commedia, che però affronta questioni delicate come il traffico di armi e la guerra. Come è stato fare un film divertente ma con tematiche serie? Jon Favreau: Abbiamo indirizzato il film su questi binari attraverso la recitazione degli attori, che partendo tutti dalla stessa sceneggiatura di base hanno poi definito strada facendo tante piccole situazioni che riguardavano i loro personaggi, improvvisando, in piena libertà. Volevamo distinguere Iron Man da tutti gli altri film sui supereroi già realizzati. E' un film ironico e scherzoso, d'altronde io vengo dal cinema indipendente, un mondo in cui lo humour è fondamentale per raccontare tutto, anche storie dai risvolti drammatici. Il nostro obiettivo è stato quello di regalare due ore di divertimento al pubblico, invitandolo anche alla riflessione. Questo è un merito degli attori che hanno lavorato come una compagnia teatrale ed hanno contribuito alla riuscita e al successo del film.La riflessione politica non è poi tanto sottintesa visto che il nostro supereroe si è arricchito producendo e vendendo armi alle spalle della povera gente che muore in guerra Jon Favreau: Non sono un regista che fa del suo schieramento politico una missione e uno spunto su cui costruire i suoi film. Il film non vuole predicare nulla. Io non ho un punto di vista politico immutabile, è una cosa che cambia ogni volta che leggo il giornale. Il personaggio di Tony lascia al pubblico un messaggio importante perché capisce le gravi conseguenze di ciò che ha fatto fino ad allora e quindi impara, cambia, matura. Iron Man è più che altro un ritratto obiettivo ed oggettivo sulla realtà americana, un film onesto che riflette le mutazioni subite dal mondo dopo l'11 settembre. Il film è un'ottima trasposizione del fumetto Marvel, non proprio tra i più famosi del mondo. Come avete fatto a creare intorno ad Iron Man così tanto clamore? Jon Favreau: E' stata una grande sfida trasporre un fumetto così poco noto. La Marvel ci ha aiutato nella difficile impresa di educare il pubblico, ma un ruolo fondamentale l'ha giocato il web. Il cast di primissimo piano ci ha aiutato a stuzzicare la curiosità di milioni di spettatori e a far crescere le aspettative. Pensate a quanta meno gente avrebbe visto i Pirati dei Caraibi se non ci fosse stato Johnny Depp?

Parlando di supereroi, si dice che dietro un grande uomo ci sia una grande donna. E' chiaro che il successo di Tony Stark/Iron Man si deve soprattutto alla grande donna che sta al suo fianco. Che ne pensa Pepper Potts? Gwyneth Paltrow: Se non ci fosse Pepper a sostenerlo per lui sarebbe stato impossibile riuscire in tutte le sue imprese eroiche! Lei è insieme la sua coscienza e il punto di riferimento fondamentale della sua vita; è fedele, leale e sincera, si mette in gioco in tutto e per tutto, ma soprattutto è non lo giudica. Una qualità importantissima in una relazione. Pepper Potts nel film sceglie di nascondere i suoi veri sentimenti per Tony Stark. Nella vita le è mai capitato di dover nascondere il suo vero stato d'animo? Gwyneth Paltrow: Sappiamo cosa si chiede oggi alle celebrità e come vengono considerate: un attore ha spesso bisogno di mantenere la sfera privata lontana dai riflettori. Come attrice però il mio compito è quello di mostrare più possibile la verità al mondo. Dopo la nascita del mio secondo figlio ho attraversato un periodo di depressione, e non l'ho mai nascosto. Pensavo di essere la sola e invece ho scoperto che molte donne hanno dovuto affrontare lo stesso mio problema. Fortunatamente ne sono uscita e ho trovato la forza di tornare ad essere la donna che ero prima. Parlarne mi ha molto aiutato, e può aiutare chiunque si trovi in questa situazione.

Signora Paltrow, prima di tutto complimenti perché oltre ad essere brava è sempre più bella. Lei vive a Londra e quindi è più vicina all'Italia, conosce il nostro cinema e le piacerebbe lavorarci? In base a cosa, oggi, sceglie le sceneggiature? Gwyneth Paltrow: Tutti noi amiamo il cinema italiano. E' bello girare per l'Europa e scoprire che ogni paese ha un suo cinema peculiare. Ciò rappresenta una grande ricchezza culturale. Io ho girato un film in Italia circa otto anni fa, a Roma e ad Ischia. E' stato un momento particolare della mia vita e sarebbe bello avere l'opportunità di fare un film in questo paese, sia italiano che straniero. In quanto alle sceneggiature, ora ho due bambini piccoli, che hanno fatto passare tutto il resto in secondo piano, ma non per questo ho scelto di rinunciare alla mia carriera. Posso fare al massimo un film all'anno e per questo cerco di scegliere sempre qualcosa di particolarmente interessante e stimolante che mi faccia crescere come attrice e come donna e mi renda una persona migliore.

Cos'ha convinto Robert Downey Jr. a partecipare al progetto di Iron Man? Robert Downey Jr.: Quando mi è stato proposto di interpretare Iron Man sono andato subito nella sede della Marvel, ero circondato da poster, da fumetti, da disegni e mi sentivo molto a mio agio. Ho iniziato a leggere le storie di Iron Man e ogni giorno mi sentivo più coinvolto. Poi ho superato il test preliminare e dopo qualche mese abbiamo iniziato le riprese. Posso dire che tutti noi abbiamo fatto del nostro meglio, abbiamo messo tutto quel che avevamo in questo film, ci siamo appassionati ai personaggi per poterli interpretare al meglio, per emozionare e divertire il pubblico. Iron Man è un film divertente. Tu che ne pensi Terrence? Terrence Howard: Sì certo. In più riesce a conciliare l'amore con l'azione e quindi è apprezzato dal pubblico. Quanto si sente di aver contribuito alla sceneggiatura del film? Robert Downey Jr.: Oh, grazie, sono contento che abbia notato tutto ciò. Quanto alla sceneggiatura ogni mattina sul set buttavo il copione in un angolo e dicevo a Jon: "oggi lo riscriviamo". Poi arrivava Gwyneth: "No! Avete ricominciato!" A parte gli scherzi: penso di aver dato molto al mio personaggio e ringrazio Jon per avermi dato tanto spazio. Ovviamente non ho potuto dire realmente cosa penso di certi argomenti, ma il compromesso è stato accettabile, visto che si trattava di un film importante e destinato all'intrattenimento puro e semplice. L'Esercito USA non avrebbe mai permesso che si parlasse in termini negativi di cose così delicate. Non è un film indipendente, è un film costoso e come tale ci si aspetta soprattutto un riscontro economico. Oggi esistono molti film di eroi. Nel film impariamo che eroi non si nasce, ma si diventa. Jon Favreau: Tony Stark non ha superpoteri, ma matura, si reinventa e decide di diventare un eroe. Assistiamo ad un vera e propria rinascita spirituale. Quanto è importante la spiritualità per un attore? Gwyneth Paltrow: Credo che noi attori siamo uno strumento, un veicolo che trasmette idee ed emozioni agli altri. Senza spiritualità il nostro lavoro non avrebbe senso. Terrence Howard: La spiritualità è qualcosa di straordinario, che viene percepito dal pubblico. E' una peculiarità dell'attore che gli consente di interpretare al meglio il proprio ruolo. Robert Downey Jr.: Vi sembrerà strano sentir parlare di questa esperienza in certi termini ma penso che sul set di Iron Man ci sia stata una grande spiritualità. Un intenso spirito di gruppo e una grande aggregazione. Nell'aria si avvertiva quasi un'atmosfera monastica. Addirittura parlavamo sottovoce per instaurare un contatto emotivo fra noi. Non sembrava di essere sul set di un film hollywoodiano, c'era una grande energia. Per questo forse il film è venuto così bene. Eravamo piuttosto nervosi prima di venire in Italia, temevamo le critiche. Ieri abbiamo visto che il film riscuote interesse e successo e questo ci conforta.

Gabriele Gelsi