Viggo Mortensen

01/01/2008

Bello, spiritoso, affascinante, gentile, Viggo Mortensen sullo schermo ormai incarna l’immagine dell’eroe, dal meraviglioso Aragorn di “Il Signore degli Anelli” al personaggio avventuroso di “Alatriste”, il film di Agustìn Dìaz Yanes che fonde epica e malinconia, melodrammatico, eroico, passionale, romantico, grondante intrighi e tradimenti, un sontuoso film di “cappa e spada” girato in Andalucia e nei dintorni di Madrid, dove la fedeltà alle promesse e i rancori tra nemici durano negli anni con la stessa lealtà. Diego Alatriste è un capitano nella Spagna del XVII Secolo, assassino mercenario e coraggioso condottiero, solo con la sua spada contro gli inganni di un Impero in declino.
La complessità dei personaggi attira sempre un attore sensibile come Viggo Mortensen e così è stato anche per il protagonista dei romanzi di Arturo Pérez-Reverte. “Mi sento coinvolto dal ruolo, da quello che succede. Non cerco un tipo di personaggio particolare, ma voglio provare sorpresa, coinvolgimento, avere dei dubbi su come i personaggi si comporteranno. Perfino con un personaggio e una storia che conosci alla perfezione come Amleto se ti lasci prendere ti puoi chiedere cosa accadrà. Non importa che sia un eroe o un antieroe, anche in un personaggio terribile ti chiedi perché sia così, ci saranno sempre sfumature e contraddizioni
Lo abbiamo incontrato lo scorso ottobre quando il film è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e ne sono rimasti tutti incantati: per come ha esordito in perfetto italiano (“Agustìn ha fatto un classico che verrà ricordato per molto tempo. Siamo orgogliosi di rappresentare la Spagna con questo film, un esempio del talento straordinario che può offrire. E’ stata un’esperienza che mi ha arricchito e mi ha dato nuove amicizie”), per come recita in perfetto spagnolo (anche se si scherza sul suo accento argentino, dovuto all’essere tifoso dell’Atletico San Lorenzo de Almagro di Buenos Aires) per come, dopo non aver negato un solo autografo, rientra in sala sorridendo con la bandiera della sua squadra del cuore, per come abbraccia calorosamente tutto il cast di “Alatriste” che lo ha accompagnato, dallo spagnolo Eduardo Noriega al nostro Enrico Lo Verso.
E’ molto più di un film in costume – spiega Viggo Mortensen – E’ un film molto adulto e profondo, da seguire con molta attenzione perché è tutt’altro che scontato e i personaggi hanno mille sfaccettature nell’arco dei vent’anni raccontati. All’inizio, ad esempio, Alatriste è tutt’altro che contento di fare da padre al ragazzo che gli viene affidato, poi nel corso della storia ne assume la responsabilità. Il rapporto che lega Alatriste alla sua donna è all’insegna dell’insicurezza e della mancanza di coraggio da entrambe le parti. L’orgoglio è al centro del film, perché dall’orgoglio possono nascere cose positive ma anche gravi danni”.

Gabriella Aguzzi