Un Cast giovane che racconta “Tutto l’amore del Mondo”

18/03/2010

Sono entusiasti o delusi, viaggiano e il viaggio li cambia, trovano l’amore e alla fine, seguendo le leggi della commedia, i tasselli del puzzle vanno a posto. Così sono i personaggi di “Tutto l’amore del mondo”, il film che segna l’esordio cinematografico di Riccardo Grandi. Un invito a sognare per il pubblico giovane a cui si rivolge, ed anche a riflettere sulla propria vita, a viaggiare, ad avere coraggio, a lasciarsi trascinare.
“Cosa ti aspetti dal pubblico che vedrà questo film?” è la domanda che rivolgo a tutti i giovani interpreti del film, che è stato anche, dall’entusiasmo che ha unito il cast, una bellissima avventura.
“Che esca con una sensazione positiva di speranza – dice subito Nicolas Vaporidis – Che il film possa essere uno stimolo a viaggiare e ad apprezzare la bellezza e la possibilità di trovare una via d’uscita. Se ce l’ha fatta lui ce la possono fare tutti, dovrebbe essere il pensiero di chi esce dalla sala”.
“E’ interessante regalare emozioni ai coetanei che guardano il film – racconta il regista Riccardo Grandi – Ci aspettiamo di smuovere i sentimenti, di lasciare che i ragazzi si fermino per un istante a pensare cosa vogliono veramente, quali sono le cose più importanti”
“Vorrei che invogliasse i ragazzi a viaggiare – aggiunge Ana Caterina Morariu, la protagonista che immaginiamo subito innamorarsi di Vaporidis nonostante i contrasti che li separano, seguendo un altro “classico” della commedia – Nel viaggio puoi fare incontri che possono cambiare la tua vita o, anche per poco, darti qualcosa, come accade ad Anna che trova il coraggio di ammettere le cose che non vanno e di dire la sua”
E qui torniamo ad uno dei temi principali, il viaggio, questo “on the road” attraverso l’Europa che sarà motore di mille trasformazioni.
“Per Anna è una vacanza, per Matteo è un lavoro e le loro dinamiche sono molto diverse, ma il viaggio li porta a fare delle scelte di vita, se seguire quanto si era prima costruito e sembrava perfetto o seguire invece il sogno – prosegue Ana Caterina – All’inizio sembra infatti un personaggio noioso, troppo perfetta, ma poi scopre nuovi aspetti di sé e si lascia andare. Il suo vero riscatto è riuscire a confrontarsi con il padre. E per noi che interpretavamo questi personaggi è stato un vero viaggio nel viaggio”.
“Partono tutti incastrati dalla loro quotidianità e a poco a poco cambiano. Il viaggio è il terreno per risolvere tutto – dice, con la stessa vivacità del personaggio che interpreta, Myriam Catania – Sapevamo che sarebbe stata un’esperienza importante anche per noi, già il set è un’esperienza fortissima che ti mette a confronto con tante persone, immaginiamolo unito al viaggio! Mi sono veramente divertita da morire, con tutte le possibilità che il viaggio offriva, eravamo tutti eccitati all’idea di questo viaggio/film”
A lei si unisce Alessandro Roja (insieme Myriam e Alessandro sono la coppia apparentemente spensierata, un po’ superficialotta, che fa da contrappunto ai due protagonisti): “Ricordo con vero piacere il viaggio di quest’armata un po’ brancoleonesca, sia quello fisico, lo spostamento della troupe, che il viaggio del film. C’erano sempre momenti divertenti dietro l’angolo, una questione da risolvere, una nuova sorpresa”.

Sono entusiasti, tutti, gli interpreti del film, ed è bello vederli riuniti per raccontare i loro personaggi e assolutamente d’accordo su un punto: il set è stato un’esperienza fantastica. Un affiatamento spontaneo che si è fatto ancora più forte tramite l’incontro con “veterani” come Enrico Montesano e Sergio Rubini, che interpreta il personaggio travolgente di un padre irresponsabile.
Vaporidis: “E’ stata un’esperienza piena, si può dire che abbiamo fatto lo stesso percorso del film. Abbiamo condiviso nottate e superato momenti difficili grazie all’energia che si era sprigionata. Mi è dispiaciuto quando è finito. E Sergio è una persona incredibile, un attore istrionico, un personaggio colorato con un grandissimo senso dell’ironia”.
Ana Caterina Morariu: “Si è creata una vera alchimia: ridevamo, scherzavamo, c’era un’energia che ci teneva tutti uniti e il regista, pur essendo alla sua opera prima, ha saputo trasmetterci sicurezza e fiducia. Rubini è stato fantastico e l’incontro con Montesano è stato di gran naturalezza, mi pareva di parlare con mio padre. Ma è stata anche un’esperienza tosta e per nulla facile, proprio perché è una commedia brillante e occorre rendere reali dei personaggi con delle caratteristiche precise. E’ stato un vero cambiamento, venendo da un action movie, confrontarsi con una commedia, ma Riccardo mi è stato di grande aiuto dicendomi: Ti devi lasciare stupire dalle battute che dici”.
Myriam Catania: “Finalmente mi son potuta divertire senza piangere e urlare e mi son lasciata all’allegria contagiosa tirando fuori il mio lato più vitale. Valentina è molto indipendente, forte, poco spaventata dalla vita, si butta a capofitto nelle cose senza paura e quest’aspetto un po’ gliel’ho invidiato”
“Nicolas, qual’è l’aspetto del tuo personaggio che hai amato di più?”
“In qualche modo Matteo capisce che l’amore è un sentimento per cui vale la pena vivere, anche se è rischioso e può farti del male – dice Vaporidis – Capisce che l’assolutismo in cui vive non gli fa bene e decide comunque di buttarsi, e questo è per me l’aspetto più interessante”.
“Alessandro, il tuo personaggio invece è quello che riequilibra tutto con la leggerezza”
“Ruben è naif, caotico, volatile ma non superficiale, è quello che porta il caos (Matteo e Anna si conoscono tramite la sua follia e sregolatezza), ma alla fine compie un gesto di grande responsabilità. E io, che venivo da un’annata caratterizzata da ruoli molto più scuri e dolorosi, mi sono divertito al cento per cento con questa vacanza attoriale.”
Racconta anche Sara Tommasi che interpreta la fidanzata di Montesano, un’altra molla che fa scattare i cambiamenti della storia. “E’ un film di sentimenti e di emozioni in cui l’amore è al centro di tutto, e insieme la volontà di essere liberi e di scegliere il proprio percorso sia lavorativo che sentimentale. Come il personaggio interpretato da Ana Caterina, si trova ad un bivio innamorandosi di un uomo che è l’opposto di quello che vorrebbe per lei il padre, come quello interpretato da Nicolas scopre che l’amore esiste e inizia a vedere le cose attraverso gli occhi di lei, così la giovane assistente che io interpreto finisce con l’aiutare inconsapevolmente tutti a trovare il giusto partner per inseguire il suo sogno del principe azzurro perfetto, giusto, equilibrato. E’ stato bello interpretare il ruolo della donna composta e Riccardo, al suo esordio, è stato veramente bravo e preciso, davvero con un gran cuore”.

Il lieto fine. Si fa cenno più volte, nel corso del film stesso, se credere ai film a lieto fine. Cosa ne pensa il regista?
“Il lieto fine nella commedia è importantissimo e non volevamo che il pubblico uscisse dal cinema amareggiato. Benché infatti si tratti di tematiche importanti, mi sono divertito a girarlo. Non si tratta infatti di una commedia fatta come pretesto per gag, ma con una scrittura dei personaggi e insieme quel tanto che basta per non appesantirla, facendo il tutto con leggerezza”.
“La coincidenza gioca un ruolo importante”
“Le coincidenze sono i punti di snodo della commedia, credo che il pubblico che entra in sala deve divertirsi ed essere continuamente stupito e sorpreso. Il Cinema deve fare un salto di qualità rispetto alla Televisione, che propone storie prevedibili, e intrattenere con una marcia in più”
“Quali sono per te i Maestri della Commedia?”
“Amo naturalmente i grandi Maestri della Commedia all’Italiana, Dino Risi, Ettore Scola, Mario Monicelli. Ma anche registi come Rob Reiner che sa dirigere una commedia deliziosa e geniale come ‘Harry ti presento Sally’, un thriller come ‘Misery non deve morire’ e un film di crescita straordinario come ‘Stand by me’. Mi auguro di poter essere un filmmaker in grado di affrontare generi diversi”.

Gabriella Aguzzi