
Dal 17 al 26 luglio si tiene a Gallio, Altopiano di Asiago, la XII edizione del Festival del Cinema Italiano – Opere Prime, col patrocinio della FICE (Federazione Italiana Cinema d’Essai), con la collaborazione del Comune di Gallio, il Consorzio Turistico Asiago 7 Comuni e la Comunità Montana. Il Festival, vero e proprio trampolino di lancio per giovani autori al debutto nel lungometraggio, presenta quest'anno in concorso 12 opere prime. Tra tutte, la più conosciuta e conseguentemente favorita è “La ragazza del lago”, il primo lungometraggio di Andrea Molaioli, premiato quest’anno in occasione dei Nastri d’Argento come migliore regista esordiente, per un lavoro che ha raccolto anche dieci statuette ai premi David di Donatello.
A tenere testa alla pellicola del regista romano anche l’opera prima di Fabrizio Bentivoglio, attore molto apprezzato, passato dietro la macchina da presa per “Lascia perdere Johnny!”, film che ha visto recitare insieme i fratelli Servillo, Toni attore e Peppe cantante (Avion Travel).Accanto a loro, autori meno conosciuti ma non per questo tecnicamente meno validi. C’è chi è passato alla Berlinale come “La terramadre” di Nello La Marca e “Corazones de Mujer” di Kiff Kosoof (nome d’arte di Davide Sordella e Pablo Benedetti), chi come Stefano Odoardi con “Una ballata bianca” ha vinto in una rassegna negli Stati Uniti (Tiburon International film Festival) o come Vittorio Rifranti “Tagliare le parti in grigio” in una europea (Festival Internazionale del film di Locarno). Completano la rosa Roberto Cuzzillo con “Senza fine”, Lorenzo Conte e Davide Barletti con “Fine pena mai”, liberamente tratto dal romanzo autobiografico di un boss e Andrea Papini con “La velocità della luce”, per tacere della nutrita partecipazione al femminile: Catherine Mc Gilvray (“L’iguana” ), Silvana Maja (“Ossidiana”), Marta Gervasutti (“Nuvola basse d'agosto”)
Gallio dunque si conferma oltre che piacevole località turistica, anche vetrina unica per i giovani autori del cinema italiano, garantendo alle loro opere prime una notevole visibilità: è qui, tanto per fare un nome, che si è rivelato il talento di Emanuele Crialese. Vetrina dei primi lungometraggi, Gallio quest’anno spazierà anche nel mondo del documentario, presentando cinque lavori che hanno riscosso importanti riconoscimenti (uno su tutti “In fabbrica” di Francesca Comencini), mentre tra i numerosi eventi collaterali si segnalano: la serata inaugurale con l'organista Ferruccio Bartoletti che accompagnerà la proiezione del film muto Christus, girato a colori nel 1916 da Giulio Cesare Antamoro, recentemente restaurato dalla Cineteca del Comune di Bologna; un omaggio a Claudia Cardinale (“Il giorno della civetta”), a Michelangelo Antonioni (“Cronaca di un amore”), a Ugo Pirro (“ Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”) e al recentemente scomparso Mario Rigoni Stern, facente parte del Comitato di Patrocinio del Festival, che verrà ricordato nella giornata conclusiva con la proiezione del documentario Ritratti di Carlo Mazzacurati.