Western e omosessualità

02/01/2008

Prima di “Brokeback Mountain” non si erano mai visti dei mandriani baciarsi e avere rapporti sessuali, né tanto meno una storia d’amore omosessuale era stata al centro di un film di genere, seppur vagamente, western (almeno limitando il discorso ai film hollywoodiani). Tuttavia in diversi casi si sono avuti personaggi, o vicende, per così dire “ambigue”.
Sicuramente il film del ’49 di Sam Fuller “Ho ucciso Jesse il bandito” può essere considerato il primo western esplicitamente gay: racconta infatti come Bob Ford abbia ucciso Jesse James perché innamorato di lui, e da lui respinto. Niente baci e tenerezze come in “Brokeback Mountain”, ma la tematica non è nascosta dietro il paravento dell’amicizia virile.
Anche il personaggio – realmente esistito, come quello di James – di Billy The Kid è più volte al centro di “pettegolezzi”. Soprattutto nel film di Howard Hughes del 43 “Il mio corpo ti scalderà” (The Outlaw), lo vediamo al vertice di un triangolo amoroso niente meno che con Doc Holliday e Pat Garrett – anzi, un pentagono, contando la meticcia Rio e il cavallo Red. Hughes era evidentemente più attratto da Rio (l’attrice Jane Russell) e dal cavallo che non dalla storia tra uomini, ma il potenziale omoerotico della pellicola è quasi esplosivo. E lo stesso Billy, con le fattezze di Paul Newman, tornerà a regalare brividi omosessuali nel film di Arthur Penn “Furia selvaggia” (The left-handed gun), del 58: tratto da un teledramma dello scrittore gay Gore Vidal, Billy viene presentato come un concentrato di nevrosi, spinto a delinquere per vendicare la morte di un uomo che gli ha fatto da padre, legato strettamente ai ragazzi della sua banda come allo sceriffo Garrett, e infine ucciso grazie al tradimento di un (viscido) giornalista di lui innamorato e da lui deluso.
Un altro personaggio chiaramente gay è quello interpretato da John  Ireland in “Il fiume rosso” di Howard Hawks, del 48, dove figura chiaramente attratto dal tenerissimo Montgomery Clift, per altro impegnato in un rapporto quasi edipico col patrigno John Wayne.
Quello del rapporto padre-figlio, come quello dell’amicizia virile, è un tema costante della cinematografia western, e spesso assume connotati ambigui, come in “Mezzogiorno di fuoco”, con lo scontro tra Gary Cooper e Lloyd Bridges, con tanto di lotta corpo a corpo , o in “Il segno della legge” di Anthony Mann, con Anthony Perkins e Henry Fonda . Un insospettabile, quest'ultimo, che però è anche protagonista di un capolavoro del western “da camera” nonché del cinema gay, “Ultima notte a Warlock”, un film particolarmente ricco di triangolazioni amorose (il personaggio interpretato da Anthony Quinn è, per la prima volta nel cinema di genere, esplicito) e insolitamente profondo nella descrizione delle psicologie

Lo stesso Cooper, nei panni di Wild Bill Hickock, era stato coinvolto da De Mille (regista omosessuale) in un triangolo amoroso con Calamity Jane (rifiutata) e Buffalo Bill (prediletto) nel film del 36 “La conquista del west” (The Plainsman), mentre Jean Arthur (Calamity Jane) si innamora di Alan Ladd in “Il cavaliere della valle solitaria” (Shane), dove Ladd è oggetto di morbosa ammirazione anche da parte del di lei figlio dodicenne, interpretato da Brandon de Wilde. Non è un caso che, dopo questo film, Ladd diviene una sorta di icona gay.
In tempi più recenti, ha fatto scalpore la relazione velatamente omosex tra Newman e Redford in “Butch Cassidy”, del 69: in realtà Cassidy e Sundance Kid pare non avessero nessun legame fuori dal lecito, ma la particolare intesa tra i due protagonisti, e il fatto che condividessero con serena complicità la stessa donna (Katharine Ross, nel ruolo di Etta, la compagna di Kid)  ha fatto vedere la pellicola sotto una certa ottica; così come non può sfuggire che Gian Maria Volontè in “Per qualche dollaro in più” di Sergio Leone è chiaramente disegnato come gay, legato a Mario Brega e attratto da Clint Eastwood al punto di autolesionisticamente associarlo alla propria banda.
Tra l’altro, nel cinema western, dove c’è poco spazio per le donne, c’è spazio  però per un personaggio lesbico, quello di Mercedes McCambridge in “Johnny Guitar”, che odia a morte Joan Crawford perché da lei evidentemente attratta.
Una curiosità, infine: Randolph Scott, uno dei volti “di culto” del cinema western, è stato uno dei primi attori dichiaratamente gay, in un’epoca dove l’omosessualità era considerata un tabù e un handicap.
E potemmo andare ancora avanti nel trovare tracce di omosessualità in un genere tutto virile (così come potremmo farlo per il genere bellico).

Elena Aguzzi