I kori, di Thanos Anastopoulos

29/01/2014

E’ stato presentato in anteprima italiana al Trieste Film Festival pochi giorni fa ed e’ il film che meglio descrive la crisi economica della Grecia: e’ I Kori/The Daughter di Anastopoulous. Il regista a Trieste ha presentato anche una masterclass dal titolo sicuramente attuale, purtroppo troppo attuale, Low Budget Productions, dove spiega i trucchi del mestiere soprattutto per chi vuole emergere in quest’ambiente che forse più di tutti sente i risultati dei tagli economici. Già visto al Festival di Toronto e a Berlino, il film narra le vicende di una ragazza adolescente, un bambino di otto anni e un padre che all’improvviso sparisce. Quando la quattordicenne Myrto capisce che il padre è fuggito per impossibilità di pagare i debiti, rapisce il figlio del suo socio d’affari, colpevole per  lei di aver mandato in bancarotta la falegnameria del padre. I ricordi riaffiorano mentre vaga per i corridoi del deposito dove nasconde la sua vittima tra cataste di abete, rovere ed ebano. E mentre attende disperatamente che il padre si faccia vivo, Myrto mette in scena perfide e sadiche fantasie sul giovane prigioniero.
«Quasi tutti gli artisti, dai tempi delle antiche tragedie greche, parlano delle questioni che riguardano la società. Sono il modo e le forme della narrazione a cambiare, ma non il bisogno fondamentale di condividere le domande, le paure e le preoccupazioni con la società. Sono diventato padre sei anni fa e spesso penso a quale sia l’impatto sui nostri figli di tutto quello che sta accadendo attorno a noi.» dice il regista.
Il cinema greco sta producendo ultimamente molte pellicole che trattano di drammi sociali e riflettono direttamente la società e i problemi finanziari dello stato. I Kori è il terzo lungometraggio del regista greco che inizia con un misterioso rapimento di un bambino creando un’allegoria e una critica alla politica vigente. Tecnicamente completo e con location impressionanti, The Daughter, dimostra una notevole qualità. L'inizio del lungometraggio può dare l'impressione di essere il classico film con interminabili sequenze ma poi si scopre che dietro c'e' ben altro. La crisi greca trova in questo film un'espressione efficace. Quello che inizialmente sembra un rapimento per tentare di rovesciare i debiti del padre finisce per diventare la storia di una generazione abbandonata a se stessa e senza certezze future della Grecia del crollo economico. Durante i 87 minuti di pellicola veniamo a conoscenza solo dei nomi dei due ragazzi: Myrto e Aggelos, la sua vittima, fatto che dimostra per l'ennesima volta che sono le generazioni più giovani a risentire di più il problema della crisi mondiale che ci perseguita. Altra protagonista è la falegnameria, allegoria elevata a simbolo della perdita di sicurezza economica contemporanea.

Luana Verbanac