Estate Thriller

11/08/2008

Non fatevi trarre in inganno dal titolo italiano, “Identikit di un delitto” che fa presagire il solito giallo estivo. E l’uscita delle sale, a metà agosto, rischia di rafforzare quest’ipotesi. Ma se pensate al regista, Andrew Lau, autore di “Infernal Affairs”, immaginerete subito di trovarvi davanti a materiale molto più scottante, e di un’intensità drammatica che nulla a che fare con il passatempo estivo. Come nella “trilogia della dannazione” che ha ispirato Scorsese per “The Departed”, dove segreti sempre più torbidi rendono labile il confine tra Bene e Male, anche in “The Flock” Lau si ferma a guardare giù nel fondo dell’abisso. E la storia è proprio quella di un uomo che per troppo tempo si è addentrato nell’abisso da poterne restare ai margini. Interpretato da un intensissimo Richard Gere, l’agente Babbage, incaricato di tenere sotto controllo i colpevoli di crimini sessuali in libertà vigilata, nella ricerca di una ragazza scomparsa si trova a dover fare i conti con i propri demoni. Sull’orlo del pensionamento, al momento di dover passare il testimone alla giovane agente che lo sostituirà (Claire Danes), affronterà i propri spettri e quelli di lei, sforzandosi di non andare oltre i limiti, ma sentendosi ormai intaccato dall’orrore. Lo psyco-thriller, che pure mantiene un ritmo serrato e incalzante, dunque è solo una veste, mentre il film di Lau scava nel torbido e nelle emozioni di un animo turbato.

Siamo in altro campo con “Io vi troverò”, diretto dal francese Pierre Morel e scritto da Luc Besson, con Liam Neeson, ex agente segreto, alla ricerca della figlia rapita a Parigi. Un’organizzazione specializzata nella tratta di giovani ragazze fa l’errore di rapire la figlia di una spietata macchina da guerra come Neeson, il quale piomba in Francia, si mette sulle loro tracce, li trova e li elimina come promesso. Molto bravo Neeson, carismatico come sempre, efficacemente cruda e violenta la caccia all’uomo e suggestiva la Parigi notturna che fa da cornice, ma qui siamo molto più dalle parti dell’action movie, con il padre disperato che compie gesta da supereroe, e il realismo si perde per strada (troppi cadaveri non possono passare inosservati nemmeno se a seminarli è un agente segreto). Il tema della tratta delle bianche era toccato con molta più cura in “Trade”, interpretato da Kevin Kline e inedito in Italia. Qui non si capisce se si vuole raccontare la storia di un padre coraggioso e vendicativo, pronto a tutto per salvare la figlia dalla prostituzione, o mostrare le imprese rocambolesche di uno 007.

Gabriella Aguzzi