
Doppia ricorrenza per Orson Welles: nel 2015 cadono il Centenario dalla nascita (6 maggio) e nel trentennale dalla morte (10 ottobre). Il nostro Quarto Potere, che già lo omaggia nel nome, annuncia per tali date uno “Speciale Orson Welles” con approfondimenti dedicati alla controversa e affascinante figura di questo genio del Cinema, esaminandone le molte sfaccettature: l’Orson Welles sconosciuto e le opere incompiute, l’Orson Welles perseguitato dalla censura e dalle produzioni, l’Orson Welles shakespeariano....
Tra i progetti celebrativi dell’anno il 13 marzo, durante il Festival di San Luis Obisbo, verrà proiettato Quarto Potere proprio nella villa di Hearst che ispirò il personaggio di Charles Foster Kane e il fantasioso scenario di Xanadu.
Nel frattempo è la Cineteca Italiana a dare il via alle celebrazioni con una rassegna che non solo riunisce i maggiori e indiscussi capolavori di uno dei più grandi registi di ogni tempo, ma presenta rarità cinefile difficilmente reperibili e film dell’Orson Welles attore, il tutto rigorosamente in lingua originale.
In calendario allo Spazio Oberdan di Milano, naturalmente, Quarto Potere, pietra miliare della Storia del Cinema, l’Orgoglio degli Amberson (ancora più godibile non appiattito dal doppiaggio, ma in tutte le sue sfumature sonore oltre che visive), il noir La Signora di Shangai, L’Infernale Quinlan (21 gennaio) in cui Orson Welles giganteggia, colossalmente sgradevole, nel ruolo di un poliziotto che a tutto ricorre pur di mostrare la verità (anche qui la versione integrale recupera tutte quelle ambiguità andate perdute in quella martoriata dai tagli). Un particolare capitolo è dedicato all’incontro tra Orson Welles e Shakespeare, con il suo Otello barocco, il suo Macbeth primitivo e fangoso immerso nelle nebbie (24 gennaio), il Falstaff (26 gennaio) liberamente tratto da Riccardo II, Enrico IV, Enrico V e Le allegre comari di Windsor.
Un ultimo capitolo, infine, è dedicato all’Orson Welles protagonista non dietro la macchina da presa. Sono stati mostrati Il Terzo Uomo di Carol Reed, che riflette a pieno lo stesso stile wellesiano visionario e tagliato da ombre, con un attore feticcio di Welles come Joseph Cotten, e Jane Eyre – La Porta Proibita di Robert Stevenson, versione classica e fedele del romanzo di Charlotte Bronte che si illumina della presenza inquietante e misteriosa di Orson Welles, si riempie delle differenti tonalità della sua voce per lasciarne leggere il fascino negli occhi timorosi e adoranti di Joan Fontaine.