“L’emozione più grande è rivedere i vecchi amici. E’ bellissimo tornare qui a San Siro e fermare quei momenti”. Parola di Ruben Sosa che in campo si ferma a fotografare il pubblico e si fa fotografare con i vecchi compagni di squadra dagli altri giocatori in campo, mentre Ivan Zamorano segna su rigore, poi torna a scherzare con Nicola Berti.
E’ una serata di grandissime emozioni questo Match for Expo organizzato da Javier Zanetti per raccogliere fondi per la Fondazione Pupi. L’emozione di essere tornati ai vecchi tempi, di immergersi nei ricordi di anni meravigliosi del calcio, l’emozione di vedere riuniti in una sola sera, sul campo, tanti campioni da togliere il respiro (e quanti di loro hanno ancora smalto e un gioco stupendo, perché la classe non si perde mai!), l’emozione di vedere Capitan Zanetti segnare ancora un gol e poi salutare con un ultimo giro di campo quello stadio in cui ha giocato per quasi vent’anni. E quella maglia dell’Inter, la numero 4, sarà sua per sempre.
Il ritiro della maglia è stata una sorpresa, inserita in questa grande, splendida, serata di festa nata col proposito di aiutare i bambini bisognosi (la causa gli sta profondamente a cuore da tempo e ha anche adottato molti bambini a distanza). “Non ditelo a Zanetti perché non lo sa che ritirano la sua maglia – scherzano sia Shevchenko che Christian Vieri, arrivato apposta in volo da Miami – E se non sono molto brillante è colpa del jet lag”. Zanetti lo sa, e quando sale sul podio la commozione dello stadio è irrefrenabile. Ma è stato un colpo di scena dell’ultima ora (la sua e la numero 3 di Facchetti sono le uniche che l’Inter ha ritirato), e non era nei suoi piani. “E’ stata una bellissima sorpresa - dice Zanetti ai nostri microfoni – La gente mi ha dato tanto amore. Volevo fare qualcosa che richiamasse l’attenzione a livello mondiale e quando ho avuto l’idea di questa partita sono stato contentissimo di vedere tanti campioni e tanti amici che hanno accompagnato la mia carriera che mi stanno dimostrando tanto affetto”.
Sono tutti qui per lui oggi, è a lui che dobbiamo questa meravigliosa riunione. Lo dice Leonardo “Siamo qui soprattutto per lui. Per l’Expo e per i bambini. Zanetti tiene molto ai bambini e se è per lui è anche per i bambini”. Lo dice Maldini “E’ bello essere qui per Pupi e l’importante è la causa benefica.” E aggiunge “Zanetti è stato un avversario duro ed è stato un piacere affrontarlo”. Lo dice Shevchenko “E’ importante sostenere questa causa e sono sempre pronto per queste cose. E poi è una grande emozione tornare a San Siro”.
La squadra Pupi, allenata da Zenga, schiera principalmente i compagni di squadra di Zanetti, con i giovani Icardi, Palacio e Ranocchia a fianco della storica formazione del triplete Cordoba, Samuel, Chivu, Cambiasso, Stankovic e con il ritorno in campo di Berti, Brehme e Zamorano (“Il ricordo più bello è la vista dei colori che si fronteggiavano, l’atmosfera che c’era” dice Berti); la squadra Expo, allenata da Albertini, schiera, accanto ai nomi di storici avversari rossoneri, quelli di molti campioni internazionali e porta in campo Ambrosini, Boban, Burdisso, Costacurta, Crespo, Eto’o, Figo, Inzaghi, Ledesma, Leonardo, Mauri, Muntari, Nakata, Nesta, Paolo Cannavaro, Peruzzi, Seedorf, Shevchenko, Sosa, Vieri. Non è un derby, non c’è divisione netta tra i due fronti, i campioni si mescolano in un clima d’amicizia, Abbiati è in porta con la squadra Pupi e Toldo in quella avversaria, addirittura Denis cambia colore della maglia (in campo sono il bianco e il rosso, i colori di Milano). Tutti si abbracciano, da un lato all’altro della passerella che saluta Zanetti. Non importa il risultato finale, importa il divertimento nel vedere tanti gol. Nel più bello degli omaggi al calcio. In un grande coro che intona: 4ever.
Foto di Elena Aguzzi: Galleria della Serata